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Cinzia Venturoli (a cura) – Come studiare il terrorismo e le stragi. Fonti e metodi – 2002

Cinzia Venturoli (a cura)
Venezia, Marsilio, pp. 124, euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2002

L’Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto ha dato vita ad un Centro di documentazione storico-politica sullo stragismo, con sede in Bologna, convinta che ?il problema delle stragi che si sono succedute in Italia e il terrorismo siano un fenomeno che è servito a bloccare il concretizzarsi della Carta costituzionale, a rallentare enormemente il processo della democrazia»? Il Centro intende così ?studiare tutti i fenomeni di terrorismo e di stragismo fino ai nostri giorni [?]. Questa sequenza di fatti dovrà poi essere supportata da una base di documenti processuali e anche di fonti bibliografiche? (Paolo Bolognesi, pp. 18-9).
La prima iniziativa in tal senso (oltre al deposito di tutto il materiale processuale raccolto dalla Associazione che ha in tal modo dato vita al primo fondo pubblico destinato a studiosi e ricercatori) fu un Convegno organizzato nel novembre 1999 per fare il punto sugli studi, convegno di cui il volume raccoglie ora gli Atti. Dopo una rapida contestualizzazione dovuta a Nicola Tranfaglia (La strategia della tensione e i due terrorismi, pp. 33-45) e una analisi delle ricerche condotte (e dei risultati conseguiti) dall’Istituto Cattaneo a partire dal 1982 (Raimondo Catanzaro, pp. 55-72); va segnalata l’analisi che Paola Carucci ha condotto sulle (poche) fonti archivistiche già disponibili in archivi pubblici, segnalando in ogni caso anche quelle raccolte che solo fra molti anni saranno a disposizione di storici e studiosi (Fonti documentarie sulle stragi, pp. 47-54).
Il volume si chiude con l’esame della attività condotta dalla Associazione ?Dare voce al silenzio degli innocenti?, attiva in Toscana (pp. 111-113) e con la presentazione di alcuni risultati conseguiti attraverso tesi di laurea (Susanna Vezzalini, pp. 93-101) e di dottorato (Andrea Forlivesi, pp. 83-92).
Segnaliamo infine le stimolanti riflessioni di Giovanni Tamburino (pp. 77-8) a proposito delle ?divergenze tra verità storica e verità legale? che spesso possono giungere a conclusioni nettamente opposte anche utilizzando le stesse fonti documentarie, proprio in ragione dei diversi fini e metodi che sono propri delle due ?discipline?. Il giudice è ?irretito? da vincoli valutativi e definitori ?stabiliti perché il processo non è finalizzato a ricostruire la verità storica, ma ha una finalità pratica consistente nel tagliare, con la decisione, un contrasto pratico di interessi?. Se questo è vero, ?con il riferimento all’esigenza di conoscere la verità sulle stragi o, almeno, di avvicinarsi per quanto possibile a tale verità, è importante in concreto che la ricerca dello storico non si arresti alle sentenze. Anzitutto perché le sentenze spesso non hanno raggiunto alcuna certezza circa la responsabilità delle stragi; in secondo luogo perché è convinzione condivisa che l’attività del giudice è stata spesso condizionata e impedita da interventi esterni alla magistratura?.

Luciano Casali