Cerca

Città sotto le bombe. Per una storia delle vittime civili di guerra (1940-1945), Postfazione di Claudia Baldoli

Nicola Labanca (a cura di)
Milano, Unicopli, 263 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2018

Pubblicato all’interno della collana del Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari, come contributo alla costruzione di un «atlante» dei bombardamenti sull’Italia nel corso della seconda guerra mondiale, da parte dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra, il volume entra con forza nel tema della «guerra totale» (a partire dagli anni ’80 sempre più articolato nella storiografia) coniugando l’attenzione per la società in guerra con una documentata ricerca di storia militare.
Come osserva in apertura il curatore, in questo ambito più che mai la realtà del nostro militare a cambiare lenti di lettura, passando da freddi conteggi di «perdite», all’analisi della ben più complessa categoria delle «vittime» e, al suo interno, in particolare delle
«vittime civili», dal secolo scorso coinvolte in modo crescente nei conflitti bellici. Vittime osservate non solo come comparse «passive» ma anche nella loro «soggettività» (p. 18), nel moltiplicarsi, negli ultimi vent’anni, «di studi e di pubblicazioni sulle singole categorie di tale universo» con il rischio, però, per gli studi italiani, sottolinea ancora il curatore
(non senza una punta polemica rispetto a percorsi condotti dai non «professionisti»), di
perderne di vista la visione «complessiva» (pp. 29-31).
Tema del volume, dunque, la «guerra di bombe» che si abbatte sull’Italia nel secondo
conflitto mondiale, analizzata attraverso tre casi di città: Torino, Roma, Palermo.
Tre ricerche condotte a partire da un ampio scavo documentario su fonti d’archivio soprattutto
italiane che – pur con qualche difformità nell’articolazione dell’analisi e nella
cura editoriale – consentono la costruzione di un quadro comparativo muovendosi per
snodi comuni: da una contestualizzazione rispetto allo stato della ricerca sugli anni della
guerra, al concentrarsi sul ritmo e l’entità delle incursioni aeree e le conseguenti vittime
civili, dirette e indirette, di cui si mira a documentare in dettaglio tempi e numeri. Particolare
attenzione è data all’organizzazione della difesa antiaerea e della rete dei rifugi (la
cui sostanziale inefficienza concorrerà alla caduta di consenso rispetto alle istituzioni del
regime), così come alle modalità dello sfollamento (un aspetto che marca la specificità di
Roma, città verso cui piuttosto molti profughi confluiscono); solo introdotto, ma di grande
interesse, il tema dei riconoscimenti successivi dello status di «vittime» da parte delle
istituzioni del dopoguerra, a segnare il rapporto tra molti cittadini e l’Italia repubblicana.
A tirare le fila un saggio d’insieme che evidenzia come, pur andando crescendo dai
primi anni ’20 la consapevolezza internazionale del futuro peso di una guerra dal cielo,
nel caso italiano rivalità e confusione amministrativa prima, schiacciante sproporzione di
mezzi poi, prevarranno tragicamente alla prova di un conflitto pure tanto evocato.

Lidia Piccioni