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Claudia Cernigoi – Operazione ?Foibe?. Tra storia e mito – 2005

Claudia Cernigoi
Udine, Edizioni Kappa Vu, pp. 307, euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2005

Prima di affrontare la questione delle foibe (termine che richiama le vittime assassinate e gettate nelle cavità del terreno roccioso in Istria nel settembre 1943, quelle gettate nelle voragini carsiche e pozzi di miniera nel maggio 1945, i deportati nei campi di prigionia e gli scomparsi per fame, sfinimento, malattia o per uccisione) l’autrice ripercorre le principali tappe della politica italiana al confine nord-orientale. A fronte della continuità che unisce la politica di italianizzazione in epoca liberale a quella fascista, il volume mette bene in luce la contiguità esistente tra il progetto irredentista imperialista e la politica di persecuzione attuata dal regime fascista nei confronti della popolazione slovena e croata, inclusa entro i confini del Regno d’Italia con il trattato di Rapallo (1920). Con l’obiettivo di smascherare le letture mistificanti della violenza sommaria partigiana e jugoslava, proposte e coltivate da una certa storiografia nazionalista di confine, Cernigoi delinea il contesto della repressione antislava nella Venezia Giulia durante il ventennio fascista, quello dell’occupazione italiana della provincia di Lubiana (aprile 1941-settembre 1943), caratterizzata da rappresaglie, incendi di interi villaggi, deportazioni e internamenti di civili, quello dell’occupazione tedesca dell’Adriatisches Küstenland, nonché la vastità e l’efferatezza degli ambienti collaborazionisti, in particolare dell’Ispettorato speciale di pubblica sicurezza operante a Trieste sotto la guida di Gaetano Collotti (decorato con medaglia di bronzo per il valor militare dalla Repubblica italiana). Incrociando fonti di varia provenienza (documentazione raccolta per l’istruttoria del processo della Risiera di San Sabba, atti depositati nell’archivio dell’IRSML) e ricostruendo percorsi biografici, la pubblicista e ricercatrice triestina denuncia le manipolazioni e i silenzi di coloro che si limitano a ?riscrivere? quanto già pubblicato da altri, evidenziando le mancate verifiche storiografiche, il background politico delle più recenti inchieste giudiziarie e mettendo soprattutto in mostra le innumerevoli contraddizioni e incongruenze della cosiddetta ?contabilità? dei morti. Senza mezzi termini, attacca quella storiografia ?progressista? che si presta a una lettura sempre più ideologica del fenomeno ed è incapace di smascherare manipolazioni e letture fuorvianti prodotte già durante la guerra dalla propaganda nazifascista, nel dopoguerra invece dalle forze neofasciste.
La ricostruzione di Cernigoi, sebbene volta a contrastare letture tendenziose, cede anch’essa a omissioni e imprecisioni, soprattutto quando nega che tra gli infoibati e gli scomparsi vi fossero avversari politici e nazionali. Scrivere di foibe si tramuta purtroppo anche in questo libro in un esercizio militante, ossia in quell’?avventurarsi in una giungla dove le normali regole del bon ton e del vivere civile vengono meno a causa dell’asprezza dell’?oggetto del contendere’, come se parlare di quel periodo storico fosse un match dove uno dei ?contendenti’ deve vincere a tutti i costi a scapito della parte ?avversaria’? (p. 151).

Marta Verginella