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Claudio Auria – I provveditori agli studi dal fascismo alla democrazia – 2006

Claudio Auria
Introduzione di Guido Melis, Roma, Biblioteca Scientifica Fondazione Ugo Spirito

Anno di pubblicazione: 2006

Ampio repertorio biografico che illustra le carriere burocratiche dei provveditori agli studi dal 1922 al 1947. Il lavoro rappresenta una rilevante eccezione nel panorama della ricerca storica in Italia, tradizionalmente caratterizzato ? come l’autorevole introduzione di Guido Melis ricorda ? da una scarsa attenzione verso il genere prosopografico e, in particolare, della biografia amministrativa.Il I tomo contiene una ricostruzione analitica delle politiche del personale sviluppatesi sotto l’egida dei ministri della Pubblica Istruzione, poi dell’Educazione nazionale: sono analizzati in dettaglio i movimenti dei funzionari effettuati durante i mandati ministeriali di Gentile, Casati, Fedele, Belluzzo, Giuliano, Ercole, De Vecchi, Bottai e Biggini. Il quadro che emerge è composito: l’autore prova a decifrare gli elementi di continuità tra immediato pre-fascismo, fascismo e post-fascismo e soprattutto il ruolo avuto da personalità di spicco quali Gentile, De Vecchi e Bottai. Se è indubbio che la galleria di personaggi qui tratteggiata vale a portare alla luce, in modo evidente, due generazioni di funzionari, la prima legata alla cultura di matrice idealistica gentiliana, la seconda, anagraficamente più giovane, influenzata dalle suggestioni del regime nonché dal dinamismo politico e intellettuale di Bottai, altrettanto evidenti appaiono gli intrecci che valgono a confondere appartenenze e orientamenti, e a influenzare il cursus burocratico di molti provveditori. Emerge altresì come la rete di appartenenze politiche, familiari, massoniche abbia dispiegato un indubbio condizionamento della politica ministeriale delle nomine e delle progressioni di carriera, facendo talvolta sorgere evidenti malumori: a riguardo, significative sono le tracce, rinvenute dall’autore, del malcontento del ministro Gentile che, scrivendo a Mussolini nell’agosto del 1927, segnalò «l’ingerenza continua, minuta, arbitraria, irresponsabile delle autorità del Partito nell’amministrazione, per sua natura delicatissima, della scuola, col pretesto di una fascistizzazione che in realtà troppo spesso si risolve in un modo di favorire i peggiori fascisti» (I, pp. 46-47). Altro elemento di interesse è rappresentato da un fenomeno di parziale osmosi tra funzionari della scuola e funzionari delle «belle arti»: vi sono significative tracce dei percorsi ministeriali di personalità di spicco (Argan, Brandi, Molajoli, Rosi) che, in alcuni segmenti della propria carriera, fecero delle «incursioni» tra le fila dei provveditori, sulla base della sola appartenenza ai ranghi amministrativi della «Pubblica Istruzione» (che, com’è noto, ha trattenuto nel proprio ambito fino al 1975 entrambe le competenze). Il I tomo offre infine alcuni grafici che aggregano in modo conveniente i dati emersi dalle ricerche.Il II tomo dà spazio invece ai profili biografici relativi ai 181 provveditori nominati dal governo fascista tra il 1923 e il 1943 e ai 20 funzionari nominati dalla RSI tra il 1943 e il 1945. Un’opera che, c’è da auspicarlo, sarà di sicuro supporto nella ricerca storica sull’istruzione italiana nel XXI secolo.

Francesco Verrastro