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Claudio Bermond – Riccardo Gualino finanziere e imprenditore. Un protagonista dell’economia italiana del Novecento – 2005

Claudio Bermond
Torino, Centro studi piemontesi, pp. XXXII-271, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2005

Sulla figura di Riccardo Gualino, finanziere e imprenditore tra i più rilevanti nella storia dell’economia italiana del Novecento, disponiamo di un ampio numero di studi dedicati a singoli aspetti o momenti della sua lunga e poliedrica attività. Nonostante il rilievo del personaggio e il clamore suscitato dai suoi successi e dai suoi fallimenti, mancava però a tutt’oggi una ricostruzione biografica ad ampio raggio. Il volume di Claudio Bermond ? studioso della storia dell’economia piemontese in età contemporanea, di cui il biellese Gualino fu indiscutibilmente uno dei principali protagonisti ? colma finalmente la lacuna. Delle diverse fasi della vita professionale del finanziere viene infatti per la prima volta offerto un quadro d’insieme, sintetico e limitato ai passaggi decisivi e però esaustivo e riccamente documentato, grazie a un ampio lavoro sulle fonti che ha consentito di ovviare all’assenza di un archivio personale di rilievo.
Al centro del volume è soprattutto l’azione strategica di Gualino in campo industriale e, soprattutto, finanziario: dal commercio di legnami alla gestione di trasporti marittimi transoceanici di materie prime necessarie alla produzione bellica durante la prima guerra mondiale; dalla valorizzazione del comparto della seta artificiale tramite la Snia viscosa agli investimenti nel comparto del cemento e nell’industria alimentare; dall’ingresso, nel secondo dopoguerra, nell’emergente settore petrolchimico, con l’impresa Rumianca, alla valorizzazione della Lux Film, la più importante società di produzione cinematografica italiana negli anni del neorealismo. Cruciali, nel sessantennio di attività, risultarono anche il rapporto con la finanza italiana (incluse l’acquisizione della proprietà di numerose banche subalpine e tre fallite scalate al Credito italiano) ed europea, specialmente francese, e alcune rovinose cadute, che comportarono per Gualino la necessità di ripartire quasi da zero (la crisi più seria fu quella del 1930, che comportò l’arresto e la destinazione al confino).
Il volume intreccia la ricostruzione biografica con la storiografia d’impresa. L’azione del finanziere biellese è perciò analizzata in stretta connessione con le vicende delle società da lui fondate e guidate, seguite anche dopo il passaggio a una nuova proprietà. Rimangono però nell’ombra, forse inevitabilmente, non soltanto gli aspetti più privati o l’impegno riversato in campo artistico e culturale (tema peraltro già indagato, e a cui è dedicato il capitolo finale del volume) ma anche il contesto (economico e politico, locale e nazionale) in cui si mosse Gualino, la rete di relazioni e alleanze intessuta nelle diverse fasi della sua attività. In questo senso, al di là dell’approfondimento dedicato al decisivo rapporto con Giovanni Agnelli, il volume si limita a cenni di indubbio interesse che però non soddisfano tutte le curiosità del lettore e che risultano meritevoli di ulteriori approfondimenti, soprattutto per i periodi più controversi.

Alessio Gagliardi