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Claudio Pavone (a cura di) – Storia d’Italia nel secolo ventesimo. Strumenti e Fonti, 3 voll.: II, Istituti, musei e monumenti, bibliografia e periodici, associazioni, finanziamenti per la ricerca – 2006

Claudio Pavone (a cura di)
Roma, Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia-Mi

Anno di pubblicazione: 2006

Forse solo uno studioso con alle spalle una profonda e sedimentata cultura storica, nonché molteplici esperienze di lavoro organizzativo quale è Claudio Pavone, poteva progettare una simile opera. Che è a un tempo importante e coraggiosa. Importante perché raramente si realizzano validi supporti funzionali alla ricerca sulla storia d’Italia del XX secolo. Coraggiosa perché è stata costruita secondo i canoni propri, oggi peraltro considerati per lo più desueti, delle opere cosiddette erudite. Credo che nessuno resterà deluso quando prenderà in mano questi tre volumi. Troverà infatti nelle oltre 2.000 pagine dei 58 saggi in essi contenuti puntuali messe a punto su questa o quella problematica. Numerose sono le aree tematiche indagate. Come in tutte le opere collettanee scritte da tante mani c’è qualche difformità tra un saggio e l’altro dovuta non solo alle differenti dimensioni quantitative (alcuni sono così estesi che potrebbero essere trasformati in veri e propri libri), ma anche alle rispettive articolazioni. Ci sono saggi in cui prevale il tono descrittivo o espositivo, ce ne sono altri, direi la maggioranza, nei quali schede, dati, notizie, informazioni si intrecciano a riflessioni e osservazioni critiche di notevole spessore storiografico. Nel primo volume, oltre a un’utile cronologia relativamente agli anni 1900-1999 e, con riferimento allo stesso periodo, a un repertorio dei governi in carica, si trovano interessanti saggi di carattere normativo, istituzionale, economico-finanziario, demografico, eccetera. Nel secondo volume la storia di singole associazioni, istituti, fondazioni, società culturali di vario genere si intreccia con informazioni riguardanti le tante iniziative da essi realizzate al fine di potenziare e migliorare i modi e le possibilità di fare ricerca storica. Il terzo volume, quantitativamente il più esteso dei tre, è dedicato alla affollata quanto diversificata presenza sulla scena italiana di istituti conservativi laici ed ecclesiastici, pubblici e privati e alla variegata tipologia delle fonti che custodiscono. Lungo tutta l’opera non si parla soltanto di fonti d’archivio, la cui gamma è diventata lungo il ‘900 molto vasta e diversificata, ma anche di fonti bibliografiche, fotografiche, cinematografiche, orali, audiovisive, nonché di risorse digitali. Queste ultime (motori di ricerca, siti web, banche dati, biblioteche virtuali, inventari e cataloghi on line, documenti digitalizzati, ecc.) sono, come è noto, strumenti di cui oramai nessuno storico può fare a meno. Anche o soprattutto quanti apprezzeranno la grande mole di informazioni che offre un’opera come questa, che è di «impianto [?] in notevole misura tradizionale », come scrive Pavone nella sua forse troppo sobria introduzione.

Isabella Zanni Rosiello