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Claudio Vercelli – Tanti olocausti. La deportazione e l’internamento nei campi nazisti – 2005

Claudio Vercelli
Firenze, Giuntina, pp. 299, euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il libro di Claudio Vercelli offre un’attenta e ampia analisi del sistema concentrazionario nazista. L’autore, basandosi sulla più recente storiografia, non si limita ad analizzare la persecuzione e la distruzione degli ebrei d’Europa, ma rappresenta altresì le diverse categorie vittime della violenza del Terzo Reich. Nel primo capitolo si affrontano alcuni nodi e problemi interpretativi, soprattutto in merito a come si sia arrivati anche a banalizzare e rendere retorica la conoscenza della Shaoh. La sovraesposizione, le semplificazioni e spesso la visione quasi metafisica di ciò che è accaduto, viene evidenziato, hanno portato a sminuire la specificità di quello che invece fu un progetto politico pianificato dal regime nazista. L’evoluzione dei campi di concentramento nel corso del Novecento viene ricostruita seguendone la trasformazione e riconoscendone la centralità storiografica, ma, giustamente, avvertendo che per comprendere la cultura ?del filo spinato? bisogna entrare nel merito delle diverse vicende e culture politiche che l’hanno alimentata. Su questo contesto il lettore viene messo in guardia per non cadere nella generalizzazione interpretativa del ?secolo dei campi?. Questa semplificazione rischierebbe di non far comprendere come questa invece sia ?una pagina di storia, complessa, stratificata e molto diversificata, fatta di molte lettere e scritta con caratteri diversi? (p. 17).
Prendendo in prestito le testimonianze dei sopravvissuti viene narrata la ?giornata di un deportato?, sottolineando il drammatico percorso compiuto dai deportati fino a farci entrare all’interno del campo di concentramento. Il funzionamento del Lager è descritto riprendendo alcuni dei simboli più conosciuti (l’appello, la fame, il camino, il forno crematorio, gli aguzzini, la liberazione ecc.) che consentono di comprendere l’esperienza di uomini e donne ridotti a ?non persone?. L’ingresso nella struttura concentrazionaria porta allo ?spossessamento dell’individuo?, con la perdita ?non solo della sua autonomia personale ma anche delle residue capacità di autodeterminazione? (p. 83). Avversari politici, ?asociali?, testimoni di Geova, malati di mente, omosessuali, prigionieri di guerra, slavi, ebrei e zingari, vengono studiati seguendo gli elementi di continuità e soprattutto le differenze che esistono tra i ?tanti olocausti?, per favorire la comprensione delle diverse esperienze di deportazione e reclusione che coinvolsero questa diversa umanità. Nel tentare di dare una risposta a come si sia arrivati a opprimere, sfruttare e sterminare persone diverse tra loro, Vercelli pone al centro della sua riflessione il nesso tra politica ideologica e politica razziale perseguite dal regime nazista. Politiche finalizzate inizialmente alla ?rieducazione? e all’eliminazione degli oppositori. In seguito, quando il sistema coinvolse anche i paesi occupati dalla Germania, portate alle conseguenze più estreme con il loro utilizzo a fini produttivistici e di sterminio. Questa miscela diventa esplosiva e possibile, come viene riconosciuto nel testo, in quanto praticata da uno Stato moderno che mette a disposizione gli strumenti per organizzare capillarmente un’efficiente struttura di sfruttamento e annientamento.

Costantino Di Sante