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Commemorating the Holocaust. The Dilemmas of Remembrance in France and Italy

Rebecca Clifford
Oxford, Oxford University Press, 292 pp., £. 65,00

Anno di pubblicazione: 2013

A partire da un’analisi della genesi ed evoluzione di alcune commemorazioni dell’Olocausto, l’a. intende sviluppare una riflessione più ampia sulle modalità attraverso le quali avviene, a livello istituzionale, un confronto con le pagine più buie della storia nazionale e come queste vengano per così dire ricomprese – o meno – nell’identità della nazione. Il volume si inserisce negli studi comparativi sulla costruzione della memoria dell’Olocausto e istituisce un confronto tra le esperienze nazionali francese e italiana. Le motivazioni della scelta dei due casi nazionali vengono individuate in alcune tematiche trasversali come il rapporto con il collaborazionismo, la memoria delle persecuzioni antiebraiche, l’interpretazione dei regimi di Vichy e Salò, e l’esperienza resistenziale.
Il libro si compone di sei capitoli, dedicati alternativamente all’Italia e alla Francia: i primi due ripercorrono le tappe dell’elaborazione durante la guerra fredda della memoria delle deportazioni razziali e politiche; mentre il terzo capitolo approfondisce la crisi del mito resistenziale e le prime richieste della società civile di un riconoscimento da parte dello Stato francese dei crimini commessi durante l’occupazione tedesca, fino all’istituzione nel 1993 con Mitterrand della Journée nationale commémorative des persécutions racistes et antisémites commises sous l’autorité de fait dite «gouvernement de l’Etat français». Per quanto riguarda l’Italia, nel quarto capitolo viene ricordato il tentativo da parte della destra di Fini e Berlusconi di ricondurre le memorie divise del dopoguerra a una visione pacificata della storia, in cui le vittime dei fronti fascista e antifascista si trovassero equamente riconosciute e valorizzate. Questa politica di riconciliazione, al centro dei dibattiti politici nella prima metà degli anni ’90, sembrò allontanare ogni possibile confronto con le responsabilità del passato; d’altra parte, a seguito del processo all’ufficiale tedesco Erich Priebke, si creò un clima favorevole alla creazione di una ricorrenza annuale dedicata alle vittime della barbarie nazista e fascista, il Giorno della Memoria, istituito nel 2000.
Se in Francia il riconoscimento da parte del presidente Chirac delle responsabilità dello Stato francese durante il regime di Vichy fu funzionale alla creazione di un devoir de mémoire che permetteva di riaffermare i valori civili del 1789, in Italia l’istituzione del Giorno della Memoria non è divenuta l’espressione di una memoria ufficiale e unificata, ma resta un’occasione di confronto e scontro tra le differenti visioni del passato da parte della politica, dei media e della società civile.
Il volume è il risultato di un lavoro di rielaborazione della letteratura scientifica dedicata al percorso di formazione della memoria delle persecuzioni; il suo pregio risiede soprattutto nell’aver scelto di confrontare le due esperienze nazionali comparandone i tratti salienti e analizzando in particolare due giornate commemorative divenute l’emblema del diverso rapporto che Francia e Italia intrattengono con il proprio passato.

Chiara Becattini