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Cristina Accornero – Il governo del territorio. Istituzioni, comunità e pratiche sociali a Torino (1861-1926) – 2009

Cristina Accornero
Torino, Trauben, 385 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2009

Il volume è il prodotto di una tesi di dottorato, discussa all’Ecole des hautes études en sciences sociales, in cui confluiscono e si fondono le tradizioni di studi di storia urbana francese e italiana. La prima cresciuta sull’idea dell’«autonomia dell’urbano» e della produzione sociale dello spazio, la seconda generata dall’intreccio tra la storia sociale delle élites e la storia amministrativa delle istituzioni municipali, attraverso la chiave di lettura delle relazioni tra centro e periferia. Ne esce un testo ambizioso, ricco di stimoli, costruito su un vasto apparato di fonti documentarie e sostenuto da un forte taglio interpretativo e metodologico che, pur conservando qualche debolezza nella trasformazione da tesi in libro, si pone in modo originale nel panorama delle monografie di storia urbana italiana.L’a. parte dall’acquisizione teorica, di matrice francese, dell’autonomia dei processi d’urbanizzazione da quelli d’industrializzazione e mette in discussione un modello storico in cui lo sviluppo industriale e il progresso urbano sono considerati sincronici, omogenei e necessariamente interdipendenti. Il caso torinese, con la perdita del ruolo di capitale e la rilevanza della struttura industriale, si presta bene a una verifica di questa lettura, per altro già avviata da Carlo Olmo. Questa impostazione permette, per esempio, di tematizzare lo scarto e la discontinuità tra un uso dello spazio, mediato dall’attività del Municipio, che risponde fino in età giolittiana alle esigenze di legittimazione sociale delle élites e alla valorizzazione della rendita (si vedano i capitoli sull’edificazione delle piazze d’armi e sul piano regolatore) e il dibattito delle istituzioni culturali cittadine attento, invece, al processo d’industrializzazione e connotato dalla capacità di fondere tecnica, scienze sociali e programmi riformatori, trovando un punto di sintesi nella riflessione teorica sul governo della città (si vedano le pagine sul Museo industriale, sul Laboratorio di economia politica, sulla «Riforma sociale»). In questo quadro l’amministrazione del sindaco Frola (1903-1909) è presentata come il luogo di riduzione dello scarto e d’incontro virtuoso tra teoria e prassi del governo municipale.Per il resto il soggetto centrale dell’indagine è il Municipio. L’attenzione si sofferma sul notabilato politico espressione d’interessi materiali e culturali e sulle burocrazie amministrative portatrici di saperi tecnici, le cui storie sono narrate attraverso lo studio dei processi di negoziazione dei conflitti e di formazione delle decisioni, nonché attraverso la ricostruzione delle concrete prassi amministrative, delle retoriche e delle rappresentazioni urbane dei diversi attori sociali. Centrale nell’economia del libro è anche il rapporto tra Municipio e società, dove, con una prospettiva d’analisi «dal basso», la società si rispecchia nell’associazionismo popolare, assai presente nelle periferie, espressione tanto di processi d’integrazione politica e di costruzione del consenso elettorale, quanto di pratiche sociali di resistenza e/o adesione nei confronti delle scelte dell’amministrazione.

Salvatore Adorno