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Cristina Farnetti (a cura di) – Carteggio Croce-Petrini – 2001

Cristina Farnetti (a cura di)
Bologna-Napoli, il Mulino-Istituto Italiano per gli Studi Storici, pp. XV-140, e

Anno di pubblicazione: 2001

È un carteggio intenso e brevissimo, tanto più singolare in quanto il reatino Domenico Petrini (1902-1931) entra in colloquio non superficiale con Croce a venticinque anni e in poco più di quattro anni scambia con lui molte decine tra lettere e cartoline, l’ultima qualche giorno prima di morire (offerte qui con annotazione esauriente, ma con un testo non sempre impeccabile). Ottobre 1926-gennaio 1931: il giovane studioso che inizia la corrispondenza chiedendo a Croce notizie su Spaventa è mosso da problemi politici e di pensiero politico, è il collaboratore di ?Rivoluzione liberale?, di ?Conscientia?, de ?La Cultura?, che ripensa la tradizione risorgimentale con diretto riferimento al presente, in particolare per i problemi religiosi ed ecclesiastici; è lo storico che ripercorre la vicenda italiana recente sulla ?Nuova rivista storica?; è, nello stesso tempo, il critico e storico della letteratura, l’allievo di De Lollis. Ma è soprattutto, dai primi del ’28, l’editore dei ?Quaderni critici?, opuscoli-rivista di poche pagine, che ristampano articoli dispersi, dando loro senso unitario: forma efficace di politica culturale che Croce fa sua con alcuni scritti e sorveglia da lontano, ma che Petrini dirige in modo autonomo: ristampa A. Tilgher, e Croce gli fa notare che ospitando gli avversari si fa confusione (pp. 17-21), vorrebbe far tradurre in Francia, per amplificarne gli effetti, il quaderno suo e di Calogero su Croce, pensa di ristampare un discorso di Gentile (pp. 104-5). Anche l’idea di una rivista di letteratura aperta a collaboratori ?di parte? è politica, e Croce risponde che ?quasi quasi? bisognerebbe preporre l’informazione piena alla concordia ideale (pp. 33 e 35). Oltre alla fabbricazione dei Quaderni, strumenti di opposizione culturale, Petrini discute con Croce i problemi della storia letteraria, dell’arte, della poesia, del gusto, e del posto che in esse spetta all’analisi della tecnica e delle forme: ai primi del ’29 assistiamo alla riscrittura delle Note sul barocco di Petrini, imposta dalla meditazione di bozze di Croce, che infine nella lettera 71 affronta il nodo della questione: ?Io credo che il metodo Carducci-De Lollis sia contradittorio con quello individualizzante. Nasce da una concezione filologica, o stilistica, o grammaticale, o retorica, che voglia chiamarsi; e perciò, nel suo intimo spirito, è contradittoria con l’altro? (p. 57). Un colloquio profondo, insomma, e a tratti intimo: ?oltre casa?, scrive Petrini, ?non ho altri con cui scambiare un pensiero? (p. 79); né si trattava solo di affetti privati: dal carteggio risulta un pellegrinaggio dei due al Père Lachaise, a lasciare qualche fiore sulla tomba di Gobetti.

Massimo Mastrogregori