Cerca

Da Napoli a Torino. Costantino Baer fra globalizzazione e nuovo Stato

Ennio Corvaglia
Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 312 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2014

Dopo il 1861 le élites dell’Italia meridionale contribuirono in maniera decisiva alla
costruzione del nuovo Stato unitario, trasferendo al centro della macchina amministrativa
sabauda il proprio bagaglio di idee e pratiche di governo. Conoscere le biografie di questa
classe dirigente meridionale permetterebbe di comprendere in modo più articolato la
complessa vicenda della costruzione del nuovo Stato unitario, fornendo altresì nuovi strumenti
per contrastare i tentativi sempre in agguato di leggere la storia italiana in chiave
«sudista», ovvero come storia di una «colonizzazione» del Sud da parte del Nord.
Se si prescinde dalle vite di protagonisti già ben noti – Francesco Ferrara, Antonio
Scialoja, Pasquale Villari e molti altri – i profili biografici del ceto dirigente meridionale
restano ancora da esplorare. L’ultimo lavoro di Ennio Corvaglia offre nuovi elementi di
conoscenza in tal senso, ricostruendo la biografia di un personaggio poco noto come
Costantino Baer. Da un punto di vista metodologico il libro dimostra come i diversi
rami della storiografia – economica, politica, istituzionale – possano vivere solo in una
reciproca simbiosi, e come il loro profilo vada sempre inteso in maniera aperta e non
eccessivamente specialistica.
Nato nel 1819, Costantino Baer era figlio di genitori svizzeri giunti nel Regno delle
Due Sicilie per impiantare un cotonificio. Dopo essersi formato come funzionario
dell’amministrazione borbonica, partecipando ai tentativi di ammodernamento del Regno
delle Due Sicilie successivi al 1848, in seguito all’unificazione italiana Baer si trasferì
a Torino dove divenne ispettore generale delle Finanze e segretario generale del Ministero
di Agricoltura Industria e Commercio. In questa veste partecipò da protagonista al
compimento del trattato di commercio con la Francia del 1863. Come altri esponenti
dell’élite meridionale, Baer sposò l’indirizzo cavourriano favorevole alla liberalizzazione
degli scambi, all’interno di un ampio programma di interventi pubblici volti a rafforzare
la coesione nazionale. Nel 1865 assunse poi la direzione della sede torinese di una grande
assicurazione parigina, la Cassa Paterna.
All’attività pratica Baer affiancò una significativa attività di studio. La sua riflessione
si concentrò inizialmente sui temi del libero scambio, del decentramento amministrativo,
del self-government e della tassazione. Seguace delle idee di Adam Smith e John Stuart Mill
ma aperto anche ad altre influenze, Baer pubblicò numerosi saggi sull’economia politica
classica, sulla moneta e sui cambi. Scrisse con assiduità sulla «Nuova Antologia» e intrattenne
una corrispondenza con importanti uomini politici e intellettuali italiani e stranieri:
Minghetti, Scialoja, Manna, Bonghi, Stuart Mill, Chevalier e molti altri. Collaborò con
la Biblioteca dell’Economista, traducendo diverse opere di autori stranieri, interessandosi
nell’ultima parte della sua vita al tema del Mezzogiorno e a ricerche di carattere storico.
Già affetto da malattia, sarebbe morto suicida nel 1894.

Manfredi Alberti