Cerca

Francesco Crispi. Un progetto di governo – 1999

Daniela Adorni
Leo S. Olschki, Firenze

Anno di pubblicazione: 1999

Per la nuova serie della collana di storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, non poteva esserci esordio migliore: un grande tema ed un’ampia ricerca archivistica, in parte basata su fonti fino ad oggi scarsamente utilizzate dagli storici.
Inizialmente concepito come tesi di dottorato e successivamente ampliato e completato, il lavoro di Daniela Adorni viene a coprire una grave lacuna della nostra storiografia.
Come opportunamente segnala N. Tranfaglia nella Prefazione al volume, gli studi dedicati alla figura di Francesco Crispi si contano sulle dita di una mano e comprendono il saggio di A.C. Jemolo, pubblicato alla vigilia della dittatura fascista, la ricerca di F. Fonzi risalente alla metà degli anni ’60, e una serie di indagini parziali su singoli aspetti dell’attività dello statista siciliano tra cui possiamo ricordare quelle di R. Colapietra, di R. Romanelli e, più di recente, di F. Bonini. A questo scarno elenco vanno naturalmente aggiunti i volumi dell’Istituto per la storia della pubblica amministrazione dedicati alle riforme crispine.
Non è un caso che il lavoro della Adorni rechi in apertura dell’Introduzione una frase con la quale nel 1911, dalle colonne de “La Voce”, Giovanni Amendola invitava gli storici italiani a studiare il Crispi del periodo compreso tra il 1887 e il 1891, cercando di capire meglio “ciò che egli fece e ciò che volle fare e non poté fare il quel periodo” (p. XI). Seguendo questa indicazione, l’a. ha orientato la sua ricerca verso due direzioni: da un lato puntando a delineare il progetto e l’azione di governo del Crispi che ha cercato di seguire “rimanendo quanto più possibile, all’interno del personaggio, restituendo la viva voce del deputato del ministro, del presidente del Consiglio” (p. XII) – utilizzando ampie citazioni di interventi in Parlamento, discorsi pubblici, ma anche appunti contenuti nelle carte conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato – cercando di verificare come questo progetto trovò concreta applicazione nell’azione svolta verso le periferie del paese.
L’articolazione del volume segue in maniera precisa questo schema, presentando due distinte parti: la prima dedicata alla concezione della politica e dello Stato, al ruolo dei partiti e del Parlamento, al rapporto tra questo e l’esecutivo, fino ad arrivare alle due grandi questioni dei rapporti dello Stato nazionale con la chiesa cattolica e del rilancio del prestigio internazionale dell’Italia. La seconda parte è invece dedicata ai concreti metodi di governo del paese e tocca le questioni della cosiddetta seconda unificazione amministrativa, del diritto elettorale e dell’organizzazione del consenso, dell’ordine pubblico e dei temi sociali.
Il lavoro appare complessivamente ben riuscito, con un buon equilibrio tra i diversi blocchi tematici. Alcuni punti potevano indubbiamente essere meglio approfonditi: tra tutti quello riguardante l’organizzazione elettorale e, scegliendo alcuni casi esemplari, quello della lotta politica a livello periferico.

Renato Camurri