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Daniela Orta – Le piazze d’Italia 1846-1849 – 2008

Daniela Orta
Roma, Carocci, 399 pp., euro 41,10

Anno di pubblicazione: 2008

Il «lungo Quarantotto» rappresenta il momento chiave dei processi di politicizzazione in atto nel Risorgimento: un’impressionante mobilitazione popolare; la risemantizzazione in chiave nazional-patriottica di tradizionali rituali e pratiche; l’affermarsi di nuovi linguaggi politici; la ridefinizione in chiave politica degli spazi urbani. L’obiettivo, ambizioso ? quasi temerario ? dell’a. (considerando anche che si tratta di un’opera prima e che l’a. è al momento una dottoranda) è ricostruire nel suo complesso connotati, protagonisti, percorsi di questo straordinario momento di apprendistato alla politica, utilizzando come angolo visuale la piazza, intesa come «spazio simbolico del popolo che agisce, si raduna, si riconosce e si mostra» (Isnenghi). Il percorso che segue l’a. è quello cronologico e geografico: ciascuno degli otto capitoli in cui si articola il volume è dedicato a quelle città che incarnano di volta in volta una specifica tipologia di «piazza», una tipologia definita in virtù di tradizionali etichette politiche (riformista, rivoluzionaria, moderata, democratica). Così la piazza delle riforme nel 1847 è raccontata attraverso l’esperienza di Livorno e di Torino; la città rivoluzionaria è identificata ovviamente con Milano e Venezia, quella democratica ancora con Livorno nel 1848-49, quella controrivoluzionaria con Napoli e così via. Di particolare interesse è l’analisi di Torino, interpretata come piazza dei moderati e vista poi come piazza in guerra. Sulla capitale sabauda non esisteva infatti finora (eccezion fatta per alcune pagine di Levra nella einaudiana Storia di Torino) un’attenta ricostruzione dei peculiari caratteri assunti dalla mobilitazione popolare nel 1848.Questa struttura segnala però il limite più evidente del volume. Infatti se una articolazione di questo tipo consente all’a. di presentare una ricostruzione analitica ed informata non solo delle realtà cittadine analizzate, ma anche delle complesse dinamiche della rivoluzione nazionale di cui nessun elemento ? politico, ideologico, sociale ? è trascurato, essa non permette di evidenziare e tematizzare quei caratteri della politicizzazione che sono comuni alle diverse esperienze prese in esame, né di dare ad essi un adeguato respiro storiografico e problematico. Feste, rituali pubblici, insurrezioni, rapporto tra élite e popolo, identità politiche e sociali sono certo raccontati in ciascun momento con accuratezza, utilizzando in profondità l’enorme retroterra documentario e storiografico esistente ed anche compiendo interessanti sondaggi su fonti primarie. Ma ognuno di questi temi, frammentato all’interno di una narrazione legata al procedere degli eventi e alla loro collocazione spaziale, finisce per essere scarsamente valorizzato e affidato alle capacità evocative del lettore. Il volume, peraltro ben scritto, risulta così essere una ricca e utile ricostruzione dell’agire politico nel ’48 italiano, i cui elementi portanti appaiono tuttavia mimetizzati se non soffocati all’interno della narrazione.

Enrico Francia