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Daniele Casalegno – Uomini e computer. Storia delle macchine che hanno cambiato il mondo – 2010

Daniele Casalegno
Milano, Hoepli, 312 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2010

L’a. di questo libro non è uno storico ma un esperto del settore, il quale correttamente tiene ad avvertire che la sua «non vuol essere una trattazione storica accademica», ma «una guida, ancorché accurata, che porti il lettore a ripercorrere il medesimo sentiero che ha portato l’uomo a costruire macchine sempre più piccole e semplificate, in grado, oggi, di svolgere migliaia di milioni di operazioni nel volgere di un solo tic di orologio» (p. 9). Tali sono appunto le caratteristiche del suo lavoro, realizzato con la collaborazione della Ibm Italia e del Museo della scienza e della tecnologia «Leonardo da Vinci» di Milano, dai quali provengono molte delle immagini di corredo al testo.La trattazione risale indietro nel tempo fino ai più antichi strumenti di calcolo e ripercorre in rapida sintesi i passaggi essenziali che portarono alla realizzazione dei primi computer, ma il suo centro è naturalmente costituito dal periodo che va dalla metà del secolo scorso fino ad oggi. Qua e là vi sono inclusi anche alcuni approfondimenti riguardanti la parte italiana di questa storia, anche se ad essa è poi riservata una postfazione di E. Fioravanti Bosi della Ibm (pp. 269-306).Quasi a sottolineare il taglio didattico e divulgativo dell’opera, il testo è intervallato da numerosi box integrativi o di approfondimento riguardanti singole questioni, procedure, tecnologie, personaggi: per limitarsi a qualche esempio, dalla tastiera Dvorak ai virus, dalla Ram al processore 6502. Di tali box sarebbe stato peraltro raccomandabile un indice: per trovare il paragrafo sulla Microsoft il lettore può infatti ricorrere al sommario, ma per individuare il box dedicato a Linux (p. 231) deve necessariamente sfogliare il libro. Non essendovi neppure un indice dei nomi, lo stesso occorre fare per scoprire, ad esempio, che a p. 84 si trova una scheda su Claude E. Shannon.Molto ricco di informazioni, questo volume è un utile supporto, accessibile anche a chi è privo di competenze tecniche, per ottenere notizie sull’evoluzione dell’informatica, sebbene presenti alcuni non lievi squilibri interni. Lo spazio riservato a Internet e alle sue origini, ad esempio, è decisamente esiguo rispetto alle cinque pagine occupate dalla riproduzione integrale di un discorso autobiografico di Steve Jobs.Pur non avendo ambizioni storiografiche, il libro solleva infine non poche perplessità sia dal punto di vista documentario (si fonda su informazioni reperite sul Web, senza alcun riferimento alla bibliografia esistente, cospicua anche in lingua italiana), sia sul piano interpretativo. Come mostra anche soltanto l’insistenza con la quale l’a. si domanda a chi debba essere attribuito il «primato» di questa o quella scoperta, il «merito» di questa o quella realizzazione, l’opera replica infatti una visione «eroica» e «progressista» della tecnologia dalla quale anche gli studi specialistici si sono da tempo emancipati.

Tommaso Detti