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Daniele Pasquinucci, Luca Verzichelli – Elezioni europee e classe politica sovranazionale 1979-2004 – 2004

Daniele Pasquinucci, Luca Verzichelli
Bologna, il Mulino, pp. 294, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

Come Pasquinucci e Verzichelli sottolineano, il testo è il frutto di due ricerche condotte singolarmente dai due autori. Per la condivisione della linea interpretativa e per la tematica comune che, seppure con approcci diversi, viene affrontata, esse hanno trovato naturale sbocco nella pubblicazione di un unico volume, il quale si propone di far progredire la ricerca ed il dibattito in una produzione nazionale che, soprattutto se confrontata con la produzione internazionale, sembra poco attenta ai temi connessi alla costruzione delle istituzioni dell’Unione.
Il volume si presenta strutturato su due sezioni. Pasquinucci ha curato la prima parte sulle elezioni europee tra il 1979 ed il 1999 (pp. 21-159), Verzichelli, invece, ha curato la seconda tutta centrata sulla classe politica del Parlamento europeo (pp. 163-274), mentre comune è la stesura delle conclusioni (pp. 275-283).
Il lavoro di Pasquinucci tende a smontare quella che è stata a lungo una chiave interpretativa meramente politologica delle elezioni europee, il loro essere cioè second order elections, per costruire invece, attraverso l’analisi di una serie di dati che vanno dall’evoluzione della normativa che regola il voto per il Parlamento europeo alle campagne elettorali, allo stesso risultato elettorale, un paradigma di lettura teso a restituire progressivamente a queste competizioni un ruolo loro proprio.
Dallo studio di Verzichelli emergono invece una serie di analisi quantitative che ci permettono di cogliere alcuni tratti della classe parlamentare sovranazionale, pur nella diversità che le connotazioni nazionali presentano. Tuttavia, l’obiettivo che l’autore si propone e che dichiara fin dalle sue prime pagine è dimostrare, attraverso i dati, come le ultime elezioni del 2004, che vedono la partecipazione di quasi 450 milioni di cittadini europei, rappresentino una svolta, perché con questa competizione si registra il giro di boa che fa del Parlamento europeo ?un’istituzione dotata di un vero pluralismo politico europeo [?] allineato su basi politiche trasnazionali, autonomo rispetto alle classi dirigenti dei rispettivi paesi membri? (p. 165).
Non solo quindi la tematica ma la complementarietà che i due percorsi di ricerca presentano rendono ragione di un volume che nell’interdisciplinarietà degli approcci utilizzati fornisce un originale contributo agli studi sull’Unione Europea, pur rappresentando, come gli autori stessi sottolineano nelle conclusioni, un punto di partenza e non di arrivo. Se è vero, infatti, che l’ipotesi nuova su cui si regge il volume è stata dagli autori progressivamente dimostrata nel corso delle loro ricerche, è anche vero che ora la discussione è aperta.

Maria Serena Piretti