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Danilo Marrara (a cura di) – Ceti dirigenti e poteri locali nell’Italia meridionale (secoli XVI-XX) – 2003

Danilo Marrara (a cura di)
Pisa, Edizioni ETS, pp. 290, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

Come ricorda nella sua brevissima Premessa Danilo Marrara, direttore del Dipartimento di scienza della politica dell’Università di Pisa nei mesi in cui si svolse il convegno di Lecce, il 22-23 novembre 2002, di cui il volume raccoglie gli atti, quello nel capoluogo salentino è stato il secondo di una serie di tre incontri, il primo dei quali tenutosi a Bastia il 27-28 settembre su Élites municipales et sentiment national dans l’aire de la Méditerranée nord-occidentale ed il terzo a Pisa, il 13-14 dicembre, dedicato a Ceti dirigenti municipali in Italia e in Europa in età moderna e contemporanea. Mancano però, purtroppo, notizie utili sul progetto complessivo, sulla relazione tra i citati convegni ? i cui atti sono stati tutti pubblicati ? e un bilancio di quella che appare come un’unica e articolata iniziativa di respiro internazionale.
Il volume raccoglie 16 contributi, alcuni dei quali riguardano l’età moderna e la maggior parte i secoli XIX e XX, con una coda che arriva a lambire il XXI. I saggi sono estremamente diversi per dimensioni, caratteristiche ed argomento e, in un caso, il contenuto non è propriamente congruo con l’oggetto del volume: Roberto Martucci, La Rivoluzione francese e la rivoluzione municipale. Quarantaquattromila municipalità e una sola legge-quadro (decreto 14 dicembre 1789). È stata forse la difficoltà di trovare un filo conduttore negli interventi a far desistere dall’impegno di stendere quella che sarebbe stata una utilissima introduzione. Nemmeno l’indice offre un sia pur minimo ordine, come evidenziano le sei pagine su I Comuni nella riforma costituzionale del 2001, inspiegabilmente collocate tra un brevissimo saggio sul lessico delle norme fasciste relative a Comuni e Province ed un altro sull’Inchiesta Saredo a Napoli. Tra i contributi di taglio istituzionale si ricordano ? oltre a quello sulla Francia rivoluzionaria di Martucci ? le pagine di Francesco Bonini, Colegislatori? Il peso delle élites municipali nella elaborazione della legge comunale e provinciale; Giancarlo Vallone, Profili di costituzionalismo municipale, dove si tratta dell’istituto comunale nel pensiero di Romagnosi, Cattaneo, Mazzini, Vico e Cuoco. Da segnalare anche il breve saggio di Sofia Corciulo, Uomini e istituzioni nella Lecce ?francese? (1806-1815), primo, tra i vari, dedicati dal volume alla Terra d’Otranto, come quello di Michele Romano sulla famiglia Caracciolo del Comune di Martina nel primo ?800 e di Carmelo Pasimeni su ceti dirigenti e finanza locale tra ?800 e ?900. Ancora relativi al XIX secolo sono due saggi su ceto dirigente e letteratura, il primo di Pasquale Sabbatino su Napoli e il secondo di Luigi Scorbano sull’Italia.
I saggi relativi all’età moderna trattano, in particolare, della nobiltà civica, ?peculiare configurazione che i ceti dirigenti municipali assunsero assai spesso? nell’epoca (Marrara, p. 7), tra i quali quello di Francesco Gaudioso, Amministrazione e potere locale a Lecce in età moderna e Angelantonio Spagnoletti, Tipologia e pratica delle nobilitazioni nelle università meridionali.

Oscar Gaspari