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Danilo Sacchi – Fossoli: transito per Auschwitz. Quella casa davanti al campo di concentramento – 2002

Danilo Sacchi
Firenze, La Giuntina, pp. 346, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2002

Danilo Sacchi oggi vive a Roma, dove lavora come giornalista, collaborando con la RAI, ma spesso ritorna a Fossoli, per rivedere la casa dove è nato nel 1926. Questo libro sembra proprio una sorta di ?diario di viaggio? a ritroso nel tempo, visto che l’autore, prendendo spunto da un suo viaggio in auto da Roma a Carpi, ci racconta la sua infanzia trascorsa nella casa colonica davanti alla quale, nel 1942, venne costruito il campo di concentramento per prigionieri anglo-americani, in seguito, dall’autunno del 1943, adibito a luogo di transito per ebrei e oppositori in attesa della deportazione. I ricordi di Sacchi permettono di approfondire le vicende, i sentimenti, la quotidianità, di coloro, soldati e civili, uomini e donne, che sostarono tra le baracche di lamiera circondate da filo spinato in attesa di partire per ?ignota destinazione?. Tra le pagine più toccanti quelle che descrivono la partenza di un convoglio ferroviario carico di ebrei dalla piccola stazione di Carpi verso Auschwitz; la gente del posto stava a guardare, pochi mugugnavano, il casellante, esponente tipico della ?brava gente? italiana, malediceva i tedeschi perché facevano fermare i ?loro? treni davanti alla sua aiuola di delicati gigli (pp. 211 e ss.). Alcuni tra i deportati ?tentavano una voce e un fischio lanciati come per saluto. Ma il treno non badava a nessun sentimento, continuando a trascinare via carri e prigionieri? (pp. 141-2), tanto periodicamente il campo tornava a riempirsi in seguito alle retate dei nazifascisti. Il racconto si snoda tra le visite dei parenti, che cercavano un clandestino contatto coi loro cari rinchiusi, le violenze del maresciallo Haage e l’immutabilità della vita dei contadini, spettatori di tante sofferenze; perché il libro è anche la storia di gente abituata a ?un vivere antichissimo nella campagna silenziosa e solitaria, un vivere d’improvviso sconvolto dalla costruzione di un campo di concentramento?. Ai fini della ricerca storica preziose sono sia le pagine che tratteggiano l’attività assistenziale e di salvataggio di ebrei da parte dei cattolici della zona, con in testa l’arciprete di Carpi ed Edoardo Focherini (che per una delazione verrà arrestato e deportato a Heesbruck da dove non tornerà) (pp. 222 e ss.); sia quelle riguardanti l’immediato dopoguerra quando incominciò la difficile ricerca di informazioni sulla sorte dei deportati. Con l’arrivo degli americani i reticolati vennero buttati giù, ma ormai rimaneva soltanto ?il segno del passaggio di una moltitudine? (p. 341). Dopo la Liberazione il campo fu utilizzato dalle autorità militari come ?Centro di raccolta profughi stranieri?, soprattutto slavi, poi fu concesso a don Zeno Saltini che vi creò la comunità di ?Nomadelfia?. Partendo da questo diario sarebbe forse utile scrivere una storia completa del campo di Fossoli, prima tappa del viaggio di deportazione.

Andrea Villa