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Dario Biocca – Silone. La doppia vita di un italiano – 2005

Dario Biocca
Milano, Rizzoli, pp. 382, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2005

Dopo anni di ricerche Dario Biocca arriva alla biografia completa di Ignazio Silone. Ed è questo senza dubbio un libro-scommessa: sia per la natura stessa del biografato, uomo dalla personalità complessa e contraddittoria; sia per l’ormai nota questione sorta su ?Silone-spia?, con le polemiche che da anni si susseguono in merito ai tempi e ai modi con i quali lo scrittore collaborò con la polizia fascista. Biocca si avventura in questa scommessa e cerca di sciogliere i tanti nodi relativi alla vita di Silone attingendo alle fonti più diverse, da quelle classiche d’archivio, alle testimonianze, fino alle tracce che lo scrittore ha lasciato di sé nelle opere letterarie.
Ne emerge un ritratto articolato: inizia dalle prime esperienze nel natío Abruzzo, abitato da contadini poveri e sfruttati (che rimarranno impressi nella coscienza del futuro scrittore), racconta il terribile trauma del terremoto che nel 1915 lo rende orfano, insiste sull’importanza dell’esperienza con don Orione, giunge infine al trasferimento a Roma e alla scelta per la militanza politica nel Partito socialista. È in questa fase che secondo Biocca ? ecco il punto controverso ? si colloca anche il contatto con il commissario Bellone e la decisione di diventare informatore di polizia. Poiché della circostanza precisa della scelta non v’è traccia documentaria, Biocca trova un indizio nell’opera letteraria di Silone, utilizzandola come fonte: un personaggio di Pane e vino, Murica, per guadagnarsi da vivere si fida di un funzionario di polizia dai modi paterni e protettivi e accetta il ruolo di delatore contro le organizzazioni socialiste romane. Biocca individua nel racconto di Murica la confessione autobiografica di Silone, che inizia così la collaborazione, confermata poi secondo Biocca dalle relazioni inviate a Bellone dall’informatore ?T? e da ?Silvestri?. Un rapporto complesso e contraddittorio ?dai contorni ? afferma Biocca ? in parte irrisolti e forse inconoscibili? (p. 313).
Non si parla però solo del Silone-spia. Biocca scava in molti aspetti della vita pubblica e privata dello scrittore, fino al nuovo episodio traumatico: l’arresto per motivi politici e la morte in carcere del fratello Romolo. Silone cerca di salvarlo, utilizzando il contatto con Bellone, senza riuscirci. Ed è in questi drammatici frangenti che matura la duplice svolta: la fine della collaborazione con la polizia; il distacco e l’espulsione dal Partito comunista. Inizia una nuova stagione, quella dello scrittore. E la narrazione di Biocca riprende un ritmo serrato, seguendo tutte le fasi di elaborazione delle opere, nonché l’accoglienza di critica e pubblico. L’impegno politico riprende poi negli anni Quaranta con il Centro estero di Zurigo, seguito da nuove esperienze, fino al definitivo ritiro nel 1953. Rimane l’impegno artistico e infine, negli ultimi anni, la scelta di un progressivo autoisolamento. Il volume è arricchito in appendice da alcune lettere inviate all’autore dalla moglie di Silone, Darina Laracy, che contribuiscono ulteriormente a tratteggiare l’immagine di un uomo dalla personalità tenebrosa e sfuggente, per sua natura quasi inafferrabile.

Paolo Mattera