Cerca

Das Image Italiens in deutschen touristischen Reisekatalogen

Federica Ricci Garotti
Roma, Carocci, 226 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2016

Da un punto di vista metodologico il libro appartiene alle scienze linguistiche ma mira alla combinazione di diversi campi di ricerca: studi sul linguaggio e la psicologia della pubblicità, sul turismo, sull’imagologia, in particolare sulla lunga tradizione delle immagini dell’Italia costruite e tramandate nella cultura tedesca. Il titolo dovrebbe forse parlare più precisamente di cataloghi di viaggio in lingua tedesca dal momento che i casi esaminati sono testi prodotti in Italia e successivamente, nella maggior parte, tradotti per il pubblico tedesco. In ultima analisi si studia dunque quali siano le idee di chi offre il prodotto turistico «Italia» relative alle aspettative del cliente tedesco e con che strumenti linguistico-letterari si intenda soddisfare tali presunte esigenze.
All’inizio di ogni capitolo vengono riprodotti ampi passi delle rispettive brochure analizzate poi nelle loro caratteristiche linguistiche e contenutistiche. In conclusione è data una breve sintesi dell’«immagine» dell’Italia creata nei testi scelti. L’a. esamina (con qualche ripetizione) le strategie linguistico-psicologiche della «persuasione» visto che l’oggetto della sua ricerca è costituito da testi funzionali e intenzionali concepiti al fine di sollecitare persone in Germania pronte ad intraprendere un viaggio, a recarsi in un determinato luogo della penisola. Non sorprende la diagnosi che i cataloghi di viaggio esaminati intendano evocare associazioni dagli effetti emozionalmente forti e positivi appartenenti al campo semantico e immaginario di «Mediterraneo»: l’accento pubblicitario è posto sulle impressioni sensuali, su profumi, godimenti del palato e sull’esperienza estetica del paesaggio.
I testi, secondo l’a., si distinguono per la loro struttura appellativa incentrata sulla visione di rilassamento e distacco dalla vita quotidiana, in combinazione alla promessa dell’incontro con una cultura descritta di caso in caso come «antica», oppure come esoticamente «altra». Ambedue gli attributi si iscrivono in un universo di immaginazioni collettive che si presume presente nei viaggiatori tedeschi anche dopo l’epoca del classico viaggio in Italia aristocratico e colto, o in altre parole ai tempi del turismo di massa.
Con l’aiuto dei casi studiati l’a. intende dimostrare come i cataloghi per i turisti tedeschi canalizzino e indirizzino la dinamica immaginativa degli ipotetici ospiti, presentando «il Sud» da un lato appunto come l’eccitante contrasto rispetto al proprio paese nordico, dall’altro come qualcosa di familiare, vicino, il cui fascino esotico non implica rischi. Tramite gli stimoli dunque si desidera svegliare piuttosto dei sentimenti di nostalgia e di ritrovamento, mentre è naturalmente tabù ogni associazione negativa legata al «Sud» (arretratezza, decadenza, arcaismo barbarico). Un punto debole del libro è la concentrazione esclusiva sul versante intenzionale della produzione dei testi; sarebbe stato viceversa auspicabile approfondire i loro effettivi modi di funzionare presso i lettori tedeschi.

Christiane Liermann