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David Maria Turoldo. La vita, la testimonianza (1916-1992)

Mariangela Maraviglia
Brescia, Morcelliana, 447 pp., € 30,00

Anno di pubblicazione: 2016

Si tratta della prima opera scientifica sul frate servita, dopo i numerosi scritti che gli sono dedicati da amici ed estimatori. Il libro segue la struttura delle biografie: nascita e formazione, la scelta della Congregazione dei Servi di Maria, la sua prodigiosa attività e la sua capacità di trasformare in poesia tutto ciò che viveva (e spesso la sua opera poetica, che annovera testi di estrema bellezza, non è all’altezza di quanto stava vivendo: ma non sapeva fare altro che parlare e scrivere in forma poetica); il suo peregrinare da un convento all’altro a causa della sua incapacità di adattarsi ai luoghi in cui veniva mandato (o confinato); la sua capacità di ubbidire «in piedi», che in certi casi era quasi una disubbidienza; il suo essere presente a quasi tutti gli eventi che hanno segnato la sua esistenza; e infine la malattia e la morte, vissute in pubblico ed esercitando il suo ruolo di scrittore fino alla fine; il suo dramma vissuto in tutta la vita, quello di sentirsi dentro e fuori la Chiesa. Tutto questo viene analizzato dall’a., che ha fatto ricorso a una ricchissima documentazione.
Vi appaiono i rapporti di Turoldo con la Milano della guerra e del dopoguerra, quelli con don Zeno e Nomadelfia, non sempre facili, il suo girovagare per i conventi fino alla nascita della rivista «Servitium» e dell’approdo alla Casa di Emmaus, e all’incontro con Gianfranco Ravasi, un incontro dal quale nascerà quella traduzione dei salmi che rappresenta uno dei testi migliori di Turoldo.
Con il passare degli anni, i suoi scritti diventano sempre più impegnati, e non avranno più la bellezza di uno dei suoi primi libri, Io non ho mani. Ma era il suo carattere, non avrebbe potuto non gridare di fronte alle ingiustizie, di fronte alla ricerca della pace, che è prima di tutto «lotta per l’uomo».
L’intero libro dimostra il suo coinvolgimento in tutte le lotte in difesa dell’uomo, il suo vivere in pubblico i momenti più significativi della sua vita, fino al punto di finire per essere identificato come un «prete di sinistra».
Come abbiamo detto, è la prima opera scientifica dedicata a Turoldo. Ma Maraviglia, che pure ha dichiarato di «aver piuttosto avvertito una certa distanza da alcune sue declamazioni poetico-profetiche» (p. 7), alla fine si è in qualche modo identificata con molte delle lotte intraprese dal poeta friulano, e come avviene a quasi tutti i biografi, la figura di Turoldo le è diventata talmente simpatica, da dimenticarsi di qualche aspetto meno positivo del suo biografato. D’altra parte, padre Turoldo non ammette mezze misure: o lo si ama o non si condividono le sue prese di posizione.

Maurilio Guasco