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Delfina Tromboni – ?A noi la libertà non fa paura …?. La Lega provinciale delle cooperative e mutue di Ferrara dalle origini alla ricostruzione (1903-1945) – 2005

Delfina Tromboni
Bologna, il Mulino, pp. 484, euroeuro 34,00

Anno di pubblicazione: 2005

La capillare densità associativa è un elemento fondante dell’identità politica, sociale, economica dell’Emilia e della Romagna in età contemporanea e dunque non sorprende che alla cooperazione emiliana e romagnola sia stato rivolto un interesse non episodico ingrossando via via un’amplissima bibliografia. La realtà ferrarese, a parte qualche lodevole eccezione, è rimasta per molto tempo ai margini di tale impegno storiografico. Certo, è questa una conseguenza della stessa marginalità della cooperazione ferrarese nel contesto regionale, ma proprio il suo relativo ?insuccesso?, se paragonato ai vicini casi del ravennate, del bolognese, del modenese, ne fa un caso di studio di particolare interesse.
L’ampio, minuzioso lavoro di Delfina Tromboni, che già alla cooperazione ferrarese e alle vicende del movimento operaio ha dedicato numerose ricerche, si propone ora di colmare questa lacuna. Il libro parte dalla crisi progressiva delle società di mutuo soccorso, dal superamento della concezione filantropica e paternalistica che ne ha ispirato l’ideologia per buona parte dell’Ottocento e che coinvolge la nascita delle stesse prime cooperative. L’esplosiva questione bracciantile e la crescente politicizzazione del mondo del lavoro negli ultimi decenni del secolo segnano il definitivo superamento di tale concezione, facilitano lo sviluppo delle esperienze cooperative locali e fanno emergere il tema della cooperazione nel dibattito all’interno del travagliato Partito socialista. È questo il filo rosso della ricerca della Tromboni, in cui le posizioni delle diverse correnti e dei singoli esponenti del movimento socialista sono analiticamente ricostruite grazie all’ingente documentazione che trova nelle decine di schede dedicate a cooperative e a protagonisti della realtà ferrarese una utile integrazione. In particolare, i congressi del Partito socialista, del sindacato, della Federazione delle cooperative, istituita nel 1903, definiscono il contraddittorio atteggiamento del socialismo locale di fronte al fenomeno cooperativistico e delineano le spinte divergenti fra gli opposti schieramenti condizionandone le scelte di fondo. Se consistente è l’impegno sul versante dei lavori pubblici atti a lenire la drammatica disoccupazione rurale, più stentati sono i risultati sul versante del consumo e delle affittanze agricole. L’attacco del fascismo alla cooperazione fu agevolato da tali lacerazioni. Il Ventennio, a cui sono dedicati due ampi capitoli, segna lo snaturamento e l’indebolimento dell’esperienza cooperativa, in cui sono coinvolti anche dirigenti di primo piano del periodo precedente, fino alla ripresa negli anni della ricostruzione.
L’attenzione pressoché esclusiva dedicata dalla Tromboni alla ricostruzione del dibattito politico locale permette di definire con puntualità passaggi decisivi della cooperazione ferrarese. Ma, restando sostanzialmente confinata in tale campo, eludendo la comparazione con le altre realtà regionali e con il contesto nazionale, cosa di cui è spia anche l’apparato bibliografico, riesce a darci conto solo in parte delle peculiarità della realtà ferrarese, dei suoi punti di forza e della sua lunga debolezza.

Dante Bolognesi