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Democristiani, cattolici e Chiesa negli anni di Craxi

Gennaro Acquaviva, Michele Marchi, Paolo Pombeni (a cura di)
Venezia, Marsilio, 611 pp., € 38,00

Anno di pubblicazione: 2018

Nel 2010 Cafagna, Covatta e Acquaviva decisero di avviare una ricerca sugli «anni di Craxi»: il volume – che qui si presenta – è il decimo del progetto e si concentra sul ruolo che ebbero il partito cattolico, l’istituzione ecclesiastica e il mondo dei cattolici in quel periodo, e sul loro rapporto con il Psi.
Sulla politica negli anni della segreteria di Craxi, si sofferma Pombeni con un quadro esaustivo dei rapporti tra Dc e Psi, analizzando le ambizioni di scardinare il tradizionale bipolarismo del leader socialista, la sua proposta di una riforma istituzionale su modello francese, il nuovo Concordato del 1984, fino alla crisi del sistema dei partiti, che ebbe inizio con il crollo dell’Urss e lo sgretolarsi delle organizzazioni tradizionali sotto i colpi delle inchieste giudiziarie. Il saggio di Formigoni si sofferma sulle dinamiche interne alla Chiesa di quel periodo, sui fermenti del post Concilio ma anche, dopo l’avvento al soglio pontificio di Wojtyła, sul nuovo disegno di «conquista cristiana» della società, testimoniato dal convegno di Loreto del 1985. Ben si delineano – sia nel saggio di Pombeni che in quello di Formigoni – le diverse prospettive religiose e politiche di Comunione e libera- zione e della Lega democratica, gli abboccamenti della prima con Craxi e la diffidenza dei cattolici democratici nei confronti del progetto del segretario del Psi. Il saggio di Craveri, che sottolinea l’immobilismo di Dc e Pci nel periodo successivo all’uscita di scena di Moro, e l’attivismo di Craxi, esprime la convinzione che furono i tradizionali protagonisti del bipolarismo a portare alla crisi la prima Repubblica, assai più degli errori di Craxi.
Sono poi da segnalare nel volume due saggi di Acquaviva, molto indulgenti nei confronti della politica del leader socialista, in cui si definisce «provvidenziale» il ruolo di Craxi, si formula un giudizio acriticamente positivo sui quattro anni del suo governo, e si sostiene che Craxi, fuggito dall’Italia per motivi giudiziari, sia «morto in esilio»; il rigoroso saggio di Santagata sulla politica della Cei nei confronti del Psi, in cui si è inteso analizzare il passaggio dalla «stagione della mediazione» a quella del «ruinismo»; il lavoro di Marchi (autore anche della interessante Introduzione) sul mondo cattolico e la «grande riforma»; il documentato articolo di Zanini sui difficili rapporti tra Craxi e il cattolicesimo di sinistra. Ceci e Acanfora si soffermano sulla Dc, analizzando acutamente i conflittuali rapporti tra Craxi e De Mita e il congresso del 1989, che sancì la sconfitta del segretario beneventano.
Segue, nella seconda parte del volume, un importante apparato di documenti dei protagonisti di quell’epoca storica. Si tratta di un volume con saggi di rigorosa ricostruzione storica, affiancati da lavori con una più marcata sensibilità militante, entrambi utili per ricostruire anni assai complessi.

Daniela Saresella