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Diomede Ivone – Meridionalismo cattolico (1945-1955) – 2003

Diomede Ivone
Milano, Vita e Pensiero, pp. IX-226, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il lavoro di Ivone, storico economico con interessi meridionalistici consolidati, si presenta come una significativa sintesi del dibattito culturale e politico promosso dai cattolici intorno ad una delle questioni ? quella meridionale ? più caratterizzanti dei primi anni della Repubblica. Per l’autore uno specifico contributo di quella stagione e di quel dibattito consiste nell’aver ?modificato l’atavico destino dei contadini, dei braccianti, dei coloni, dei poveri ai quali le uniche alternative che lo Stato aveva offerto erano state, da sempre, la cartolina di precetto per la chiamata alle armi ed il passaporto per l’emigrazione? (p. 219).
Il volume è suddiviso in tre parti. Nella prima ? dedicata a I protagonisti ? vengono tratteggiate le linee d’azione e i contributi di riflessione e di intervento di alcune delle personalità di spicco del mondo cattolico di quegli anni, da Petrone a Pastore, da Segni a Fanfani, fino a Pasquale Saraceno. La seconda parte ricostruisce le modalità con cui la stampa cattolica e democristiana a carattere nazionale (da «Il Domani d’Italia» a «Civitas», da «Popolo e Libertà» a «La Discussione»), quella sindacale a carattere locale (come ad esempio «Il Domani sociale» campano) e quella specializzata (come «Prospettive meridionali») abbiano contribuito a definire le scelte per il Meridione come cifra caratterizzante di una stagione politica che contribuì a legare le sorti del Sud a quelle della democrazia. La terza ed ultima parte, attraverso alcuni spaccati dedicati ad attori istituzionali (la CISL e le ACLI, l’episcopato del Sud) o individuali (il viaggio di De Gasperi in Calabria e in Lucania, una intervista allo statista trentino sulla riforma agraria) sottolinea alcuni degli aspetti a cui l’impegno meridionalista doveva dare risposte.
Ne emerge, per l’appunto, una sintesi efficace che ci riporta agli elementi essenziali di una riflessione e vitalità del mondo cattolico che si espresse in quella stagione decisiva per la storia italiana e per il Mezzogiorno in particolare, tra la fine del secondo conflitto mondiale e la seconda metà degli anni Cinquanta. L’autore la definisce come una ?stagione di proposte, dibattiti, racconti, documenti, scritti, atti di convegni che offrirono specchi di situazioni tali da indurre studiosi, politici, dirigenti d’industria, letterati, sindacalisti ad iniziare la più bella avventura politica e culturale di ogni tempo, fatta di riforme, di scelte economiche, di investimenti che divennero scuola di educazione e fonte di progresso? (p. 219).
Il volume lascia trasparire, come notato opportunamente nella Premessa da Sergio Zaninelli, ?la continuità di un metodo nell’affrontare le grandi questioni del paese, metodo che è stato peculiare dell’esperienza di pensiero e di azione dei cattolici italiani e del loro impegno civile? (p. VIII). Tale metodo, per come emerge dalle pagine del volume, è consistito nello sforzo di comprendere i bisogni del territorio e dei loro abitanti, attraverso un impegno di interpretazione non ideologico ma diretto. Tale impegno fu attuato da una classe dirigente che, pur debitrice di una concezione dell’uomo e della storia, patrimonio del suo bagaglio culturale e religioso, ha saputo sperimentare soluzioni innovative perché realistiche.

Augusto D’Angelo