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Donatella Calabi – Storia della città. L’età contemporanea – 2005

Donatella Calabi
Venezia, Marsilio, pp. 397, euro 29,00

Anno di pubblicazione: 2005

A Donatella Calabi si deve il recente impulso verso la produzione di una manualistica universitaria sulla storia della città e dell’urbanistica: la cura della collana ?Storia della città? (Laterza), la Storia dell’urbanistica europea (Paravia 2000; Bruno Mondadori 2001), la Storia della città. L’età moderna (Marsilio 2001) e ora quest’ultimo volume sulla città contemporanea, rappresentano un’articolata offerta didattica di qualità, differenziata per sezioni cronologiche, ambiti disciplinari e livelli formativi.
Con quest’ultimo libro l’autrice ribadisce da una parte la piena autonomia e distinzione della storia della città rispetto alle discipline limitrofe della storia dell’architettura e dell’urbanistica, che pur contribuiscono alla sua definizione ? specialmente la seconda con l’apporto dei saperi pianificatori e progettuali ? e dall’altra l’apertura verso il punto di vista che sulla città hanno la storia delle istituzioni, dell’economia e della società. Non di meno la prospettiva su cui ruota l’articolazione complessiva del volume parte dalla centralità dello spazio fisico urbano e delle sue morfologie nel tentativo di coglierne tanto gli elementi di continuità e resistenza, quanto i cambiamenti e le trasformazioni nell’arco degli ultimi due secoli. In questo senso il volume conferma sia la preminenza della tradizione architettonica negli studi di storia urbana italiani, sia il percorso di avvicinamento e il dialogo con gli studi economici, sociali e amministrativi.
La stessa scansione del volume (1789-1902; 1902-1939; 1939-1960; 1960-2000) risponde più alle discontinuità interne all’organismo urbano, che alle cesure tradizionali della storia generale, che pure non sono ignorate. Inizia con il rapporto non lineare e dialettico tra sviluppo produttivo e crescita urbana, inaugurato dalla rivoluzione industriale. Prosegue con i processi di espansione suburbana che segnano l’inizio del secolo e che determinano un ampliamento di scala della dimensione fisica delle città, a cui devono adeguarsi programmi, procedure, saperi e organismi amministrativi. Continua con la seconda guerra mondiale, con i problemi della ricostruzione e con le trasformazioni quantitative e qualitative degli anni Cinquanta e Sessanta. Si chiude con un presente dall’identità incerta, con i temi della valorizzazione dei centri antichi, del riuso, della salvaguardia, nonché della città diffusa e dei grandi eventi modificatori delle strutture urbane (olimpiadi, giubilei).
In ogni capitolo ricorrono poi paragrafi relativi a specifiche spazialità e a soggetti portatori di saperi e interessi (strade, piazze, case, servizi, infrastrutture, quartieri; progettisti, imprenditori, burocrati) incardinati su città e territori esemplari, nonché schede di approfondimento su casi di studio emblematici. L’area geografica su cui si articola il volume è un’Europa che va oltre il suo tradizionale cuore centrale, spaziando dalla Russia alla penisola iberica, dai paesi baltici a quelli balcanici. L’assenza della città extraeuropea e degli scambi di idee e modelli con altri contesti geografici è un limite consapevole, sottolineato dalla stessa autrice che rimanda a ulteriori, auspicabili, ricerche.

Salvatore Adorno