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Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della Grande Guerra

Emilio Gentile
Roma-Bari, Laterza, 227 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2014

Autore nel 2008 del saggio L’apocalisse della modernità. La Grande Guerra per l’uomo
nuovo (Milano, Mondadori) sul contesto sociale, culturale e antropologico del conflitto
visto da artisti e intellettuali, in questo libro divulgativo, accattivante già dal titolo, Gentile
condensa in poco più di 200 pagine la complessa storia del primo conflitto mondiale:
cause, sviluppi e ulteriori conseguenze per la storia del mondo contemporaneo. Operazione
non facile, pienamente riuscita grazie a un’efficace sintesi che, seguendo il filo cronologico
degli eventi, evidenzia le cause politiche, economiche e sociali che trascinarono
il mondo in guerra nonostante la presenza di innumerevoli, importanti voci inizialmente
contrarie. I proiettili che uccisero a Sarajevo il principe ereditario asburgico e la sua
consorte danno inizio alla folle girandola dei passi diplomatici e militari che portarono
l’Europa e il mondo intero nel conflitto. Da esso, dopo un’immane carneficina (non
meno di venti milioni di morti tra militari e civili e un numero imprecisato di mutilati
e invalidi), si uscirà con il crollo degli imperi e la nascita degli Stati nazionali, con però
tutti i germi che porteranno entro vent’anni a un conflitto mondiale dalle conseguenze
ancor più pesanti.
L’a. ripercorre le diverse tappe che portarono il conflitto a estendersi per terra, per
cielo e per mare, dai Balcani al fronte galiziano, per poi incistarsi nella terribile guerra di
posizione sul fronte occidentale, capace di ingoiare uomini e materiali nel più gigantesco
conflitto di logoramento dell’umanità. Una guerra perseguita con forze ed energie apparentemente
inesauribili, a cui non poté non partecipare il Regno d’Italia, inizialmente
neutrale, poi contro gli ex alleati austriaco e tedesco.
I capitoli centrali delineano le grandi battaglie condotte sui vari fronti del conflitto,
insistendo soprattutto sulla condizione dei militari nelle trincee e sul perché milioni di
uomini, pur subendo dolori e sacrifici inenarrabili, continuarono a combattere e a morire
senza ribellarsi, cosa che fino a un certo punto avvenne in Russia con la Rivoluzione
bolscevica di fine 1917. Gentile risponde a questa domanda riassumendo le più recenti
acquisizioni storiografiche sull’argomento; è noto altresì che il conflitto terminò per lo
sgretolamento del fronte interno degli imperi centrali (privi di risorse a causa del blocco
navale alleato e dell’entrata in guerra degli Usa), che comportò la rivoluzione in Germania
e l’affermazione delle nazionalità in Austria-Ungheria. Nel lutto collettivo placato con il
marmo e la pietra dei monumenti ai caduti si consumò la fine di un mondo, senza peraltro
delinearne uno migliore.
Il volume è corredato da oltre cento illustrazioni penalizzate dal ristretto formato
editoriale, non sempre chiare e leggibili a causa di didascalie troppo scarne e in un paio
di casi fuorvianti. Insufficienti anche le notizie su autori e origine delle fotografie, per la
maggior parte di provenienza redazionale.

 Lucio Fabi