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Elena Cortesi – 1940-1945: la provincia di Forlì in guerra. L’odissea degli sfollati: il Forlivese, il Riminese e il Cesenate di fronte allo sfollamento di massa – 2003

Elena Cortesi
Cesena, Il Ponte Vecchio, pp. 187, euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2003

Facendo propria l’analisi del secondo conflitto mondiale come evento bellico ?totale?, divenuto sempre più una ?guerra ai civili? per la scelta strategica dei comandi militari di non risparmiare alcuno degli ?spazi? della vita civile, Elena Cortesi analizza uno dei momenti che più segnarono la popolazione locale negli anni della guerra: lo sfollamento, con il relativo spaesamento mentale e materiale di quanti vi furono coinvolti.
Ricalcando uno schema consolidato, l’autrice si sofferma sulla realtà quotidiana della provincia di Forlì negli anni della guerra mondiale: le difficoltà dell’approvvigionamento alimentare, la scoperta della vulnerabilità dello spazio aereo italiano, l’incapacità del regime di rispondere alle nuove esigenze prodotte dal conflitto vengono perciò attentamente documentate. Anche le peculiarità della provincia sono sottolineate con forza: a Forlì, area considerata di scarsa importanza economica e militare, il distacco tra fronte interno e fascismo passò infatti anche attraverso l’arrivo di oltre 20.000 profughi, provenienti da tutta Italia, e raccoltisi nei centri turistici della zona costiera, non senza resistenze da parte degli albergatori, per ordine delle autorità centrali, dimostratesi però non in grado di gestire le inevitabili conseguenze di questo particolare sovraffollamento. Da qui l’incredibile passo indietro inutilmente richiesto dai vertici del regime fascista, che nel febbraio del 1943 esortavano i prefetti del Regno a risospingere verso i luoghi di origine gli sfollati. Richiesta disattesa dai profughi e, del resto, di difficile attuazione, per lo stesso evolversi delle vicende militari.
L’occupazione tedesca della penisola provocò infatti l’intensificazione dei bombardamenti alleati sulla Romagna, costringendo, assieme all’ordine di evacuazione dell’esercito tedesco, la popolazione cittadina all’esodo verso l’entroterra collinare e montuoso. Incominciava allora, e sarebbe durata fino alla liberazione di Forlì, avvenuta nel novembre del 1944, la fase più drammatica dello sfollamento, indagata dall’autrice grazie alle letture censurate, alla memorialistica e alle fonti orali, con l’intento di cogliere la percezione soggettiva della guerra da parte dei civili. Il racconto della guerra diventa narrazione di una drammatica esperienza di ?deprivazione’: l’abbandono dei consueti punti di riferimento, lo stravolgimento dell’universo affettivo ed emotivo abituale, il ritorno allo stato di natura sono puntualmente segnalati dall’autrice, attenta, nel contempo, a sottolineare le differenti strategie di sopravvivenza, materiale e psicologica, elaborate dai profughi, e caratterizzate insieme da forme di accentuato solidarismo, ma anche da un’accesa competizione per l’acquisizione delle risorse. La guerra costrinse dunque la popolazione ad una profonda ridefinizione di comportamenti ed atteggiamenti mentali, rendendo di fatto impossibile, anche dopo la fine del conflitto mondiale, il semplice ritorno al passato.

Tommaso Baris