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Elia Bosco, Josef Schmid (a cura di) – La Germania rosso-verde. Stabilità e crisi di un sistema politico (1998-2005) – 2010

Elia Bosco, Josef Schmid (a cura di)
Milano, FrancoAngeli, 402 pp., Euro 43,00

Anno di pubblicazione: 2010

La Repubblica federale di Germania sta attraversando una fase di grandi trasformazioni che se da un lato corroborano la tradizionale stabilità esibita negli ultimi sessant’anni, dall’altro sembrerebbero intaccare i presupposti del «Modell Deutschland», «un modello di società capace di creare consenso coniugando la crescita economica con un alto livello di equità sociale» (p. 38). È questo l’assunto da cui muovono gli aa. del presente volume collettaneo. L’interesse storiografico di questo studio, scritto da politologi e sociologi della politica, risiede principalmente nello sforzo che viene fatto di stabilire il ruolo avuto dai due governi di coalizione guidati dal cancelliere Schröder e dal ministro degli Esteri Fischer all’interno di quella che si configura come una presunta fase di transizione del sistema politico tedesco. Sono cinque le dimensioni di analisi: Le principali politiche del governo Schröder; I partiti di governo; L’opposizione; Le organizzazioni degli interessi; Le elezioni federali del 2005. Ne emerge un quadro in chiaroscuro. Al governo rosso-verde vengono riconosciuti diversi meriti, tra cui in particolare quello di aver cercato, e in maniera più decisa nel corso del secondo mandato, di affrontare vecchi e nuovi problemi con soluzioni moderne, dalla «Hartz IV» all’«Agenda 2010» nelle politiche dell’occupazione e del mercato del lavoro alla normalizzazione dell’impiego dello strumento militare come componente della politica estera e di sicurezza. Al tempo stesso gli autori sottolineano, da un lato, come proprio l’abbandono dei paradigmi socialdemocratici avrebbe contribuito ad aggravare la crisi del «Modell Deutschland», dall’altro come i risultati ottenuti quasi mai si sono dimostrati all’altezza delle aspettative. In particolare, la coalizione rosso-verde ha scontato un certo immobilismo decisionale, dovuto al maggior impatto di alcuni poteri di veto tipici della democrazia negoziale tedesca, una crescente divaricazione interna al principale partito di maggioranza tra la corrente riformista e quella più conservatrice, così come una significativa perdita di consensi dell’Spd all’interno di una più generale crisi della socialdemocrazia europea. Più in generale, si tratta di fenomeni di più lungo periodo, in alcuni casi addirittura risalenti alla fine degli anni ’70, che nell’esperienza di governo rosso-verde sembrano assumere contorni più definiti, sia per alcune scelte politiche innovative adottate dal governo Schröder, sia – e questo è un aspetto che avrebbe forse meritato maggiore considerazione – come conseguenza di un più complessivo mutamento del contesto internazionale. Anche alla luce di ciò, la scelta del titolo suscita qualche perplessità: né la categoria di «stabilità», considerata la crescente intensità con cui i cambiamenti si sovrapposero agli elementi di continuità, né quella di «crisi», tenuto conto anche della meno efficace capacità di risposta mostrata da altri sistemi politici al cospetto delle medesime sfide, consentono infatti di rappresentare in maniera adeguata l’evoluzione del sistema politico tedesco tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo.

Gabriele D’Ottavio