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Elisabetta Novello – La bonifica in Italia. Legislazione, credito e lotta alla malaria dall’Unità al fascismo – 2003

Elisabetta Novello
Milano, Franco Angeli, pp. 313, euro 28,00

Anno di pubblicazione: 2003

È un accurato e minuzioso lavoro guidato dalla lettura di una solida storiografia degli ultimi venti anni. In esso si ricostruisce con completezza la rete di strumenti legislativi e interventi nel settore del credito, che sorresse l’opera di bonifica per circa settant’anni, dall’Unità agli anni Venti del XX secolo. Si segue il lento e complesso percorso dei criteri ispiratori del legislatore: dal riconoscimento della necessità pubblica della bonifica idraulica al riconoscimento della necessità di una contestuale bonifica agraria, fissando così il profilo della bonifica integrale nel primo decennio del Novecento, fino all’allargamento del perimetro delle zone considerate bonificabili, che dai provvedimenti del 1923 e 1924 non coincidevano più solo con le paludi e con i terreni limitrofi colpiti dalla malaria, ma anche con bacini montani o delta di fiumi. Nel 1928 l’ambizioso progetto mussoliniano di redenzione del territorio prevedeva di attuare la bonifica integrale su una vastissima superficie, pari a circa un terzo di tutta la superficie agricola e forestale del Regno, e sulla illustrazione delle difficoltà incontrate da questo progetto, per una complessa varietà di motivi, si chiude il libro.
L’autrice segnala i difficili e mutevoli punti di equilibrio del rapporto tra volontà statale e volontà dei privati, in particolare il problema costante della divisione dei costi, destinati a rivelarsi sempre superiori alle aspettative, nella frequente incertezza della misura di vantaggi e plusvalenze a breve termine. Ed è questa evidentemente una parte importante del contesto che accompagnava i passi legislativi e si esprimeva in essi. Ma nel volume si insiste efficacemente soprattutto sulla resistenza del legislatore a prendere atto delle differenze ambientali e sociali del Meridione rispetto al Settentrione e a trarne le conseguenze. Così, per esempio, al momento della legge Baccarini ? scrive Novello ? l’impegno per la trasformazione del territorio ?si ridusse in sostanza ad una politica regionalistica? (p. 77), a causa del ruolo riservato ai consorzi di bonifica, un tipo di realtà quasi sconosciuto nel Centro-Sud e nelle isole. La nascita di un potente negoziatore regionale tra Stato e privati, nel 1913, come la Federazione dei consorzi di scolo e bonifica delle provincie venete e di Mantova, ?fu il punto d’arrivo di una politica che per anni aveva manifestato una chiara predilezione delle aree settentrionali del paese? (p. 149), anche se stava maturando una visione più articolata delle cose.
Si tratta di un lavoro utile per la sua ricchezza analitica su un tema tardivamente entrato nell’interesse storiografico e virato oggi forse con più energia sul taglio ambientale accanto a quello economico e sociale

Giacomina Nenci