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Emmanuel Pesi – Resistenze civili. Clero e popolazione lucchese nella seconda guerra mondiale – 2011

Emmanuel Pesi
Lucca, Maria PaciniFazzi Editore, 272 pp., Euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2011

Il lavoro di Pesi, tratto da una tesi di dottorato discussa presso la Facoltà di Scienze politiche di Pisa, si presenta come una interessante ricostruzione del rapporto tra Chiesa, regime fascista e popolazione locale nella provincia di Lucca.Il primo elemento di interesse è dato dalla periodizzazione, che va dagli anni precedenti la seconda guerra mondiale sino al periodo immediatamente successivo al conflitto. Tale sguardo consente all’a. di seguire con attenzione l’evolversi dei rapporti tra Chiesa cattolica e dittatura mussoliniana. Sul finire degli anni ’30 al centro dei rapporti tra le due realtà si pone l’educazione dei giovani, come si evince chiaramente dall’affermazione del commissario del fascio di Valdottavo il quale – raccontava in un tema un giovanissimo balilla – aveva spiegato che «il fascismo aveva difeso la Chiesa di Cristo e la difendeva […] ma fuori dalla chiesa ci comanda il Fascismo e la chiesa non ci appartiene più» (pp. 19-20). Ne era scaturita la preoccupata segnalazione del parroco del paese al vescovo di Lucca Antonio Torrini, che peraltro nel maggio del 1939 denunciava la crescente ostilità delle gerarchie fasciste verso l’Azione cattolica, arrivando a parlare di un’opera di scristianizzazione perseguita dal federale Mario Piazzesi. Tale quadro di sotterranea tensione era destinato ad emergere con l’entrata in guerra dell’Italia, anche se, sottolinea Pesi, la scelta bellica non si tradusse in una linea di opposizione al regime, ma portò inizialmente alla ricerca di un patriottismo «cattolico», che pur volendosi autonomo finiva con il confondersi nei fatti con quello fascista. È solo con il peggiorare della situazione bellica e lo svilupparsi di un’ampia crisi sociale ed economica che la Chiesa prende le distanze dal conflitto, puntando sul rafforzamento delle proprie strutture interne, anche laicali, come l’Azione cattolica, per potenziare la sua presenza sul territorio e tra la popolazione al fine di evitare una crisi morale e religiosa. Significativamente, la caduta di Mussolini nei Libri chronicidei parroci viene accolta positivamente ovunque, pur sottolineandosi talvolta alcuni meriti del passato regime. Da qui la scelta di una sostanziale contrarietà alla Repubblica sociale e all’occupazione tedesca, che vedrà il clero e i parroci unire a un formale ossequio verso Salò un forte appoggio a renitenti alla leva, ex prigionieri alleati, sbandati. Tale sostegno è comunque da inquadrare dentro la più generale strategia di assistenza alla popolazione civile, in primis sfollati e sinistrati, vero motivo ispiratore delle strategie del mondo cattolico, a tutti i suoi livelli, il che spiega i rapporti non sempre facili con alcune formazioni partigiane.Attraverso l’assistenza la Chiesa incontrò infatti «i favori di quelle masse, indifferenti o, comunque, ai margini del movimento resistenziale […] coerentemente agli obiettivi di contenimento della violenza fratricida e di riconciliazione nazionale», gettando le premesse «per l’affermazione nel dopoguerra della presenza cattolica» (p. 235).

Tommaso Baris