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Enzo Fimiani (a cura di) – Raffaele Colapietra, l’uomo lo studioso il cittadino – 2004

Enzo Fimiani (a cura di)
L’Aquila, Gruppo Tipografico Editoriale, pp. 245, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

A differenza dei consueti e rituali scritti in onore di xy, questo volume si presenta come raro, se non unico, ritratto autobiografico di uno storico, che spazia in lungo e in largo tra vita privata e vicende pubbliche, tra ricerca scientifica e peripezie accademiche. Si tratta di Raffaele Colapietra, notissimo ?irregolare? della storiografia italiana, che il curatore presenta come ?uno dei principali storici italiani della seconda metà del Novecento?, nonché come pioniere, a lungo solitario, della storiografia abruzzese (p. 5). Il volume si articola in più parti: una lunga intervista di Enzo Fimiani a Colapietra (pp. 7-51); l’autoritratto dello storico, eloquentemente intitolato Quasi un soliloquio (pp. 53-83); la sterminata bibliografia di Colapietra (pp. 85-204); in chiusura, gli indici e un’appendice di Errico Centofanti, che è una sorta ?di viaggio intorno a Raffaele Colapietra?, ?giunto all’appuntamento col proprio giubileo di magistero storiografico?, il quale appare in tutta la sua ?pirotecnica vastità? (pp. 231-245).
L’intervista che apre il volume ripercorre l’intera vicenda intellettuale e scientifica dello storico, dal 1953 al 2003, dalla giovanile frequentazione dell’Istituto Croce di Napoli al bilancio di mezzo secolo di lavoro. Ne viene fuori un itinerario vivacissimo, non solo attraverso l’infinita molteplicità degli argomenti di studio, ma anche seguendo gli incroci personali e scientifici con la storiografia del Novecento, da Gaetano Salvemini e Nino Cortese a Gabriele De Rosa, Giuseppe Galasso, Augusto Placanica e altri. All’intervista è connesso l’autoritratto puntiglioso di Colapietra. È piacevolissima lettura la ?scorribanda autobiografica? (p. 79) dello storico, che non soltanto esibisce la propria solitudine intellettuale e scientifica, ma coraggiosamente mette a nudo anche le proprie esperienze sentimentali e la propria solitudine esistenziale. Il testo approfondisce molti passaggi dell’intervista, ricostruendo, col corredo di scrupolose e puntigliose autocitazioni, le tappe fondamentali del lungo e ricco percorso storiografico.
Colapietra dice di essersi ?sempre arreso dinanzi alla prima difficoltà seria? (?perciò non batto a macchina, non guido, non uso il computer, non navigo?) (pp. 63-64). E di questa attitudine fa parte il suo rifiuto di partecipare a qualsiasi concorso universitario dopo le amare esperienze patite all’Università di Salerno (e a seguito della più generale ostilità manifestatagli senza risparmio dall’accademia). Nella sua produzione scientifica accade invece il contrario. L’ostinazione, sostenuta da una passione e da un’energia infinite, hanno dato la stura a una produzione storiografica che per la sua mole sfiorerebbe l’incontinenza scritturale se non mostrasse sempre tensione intellettuale e acume critico: sono 58 i volumi pubblicati da Colapietra e più di 700 le recensioni. Se i volumi spaziano dalla storia moderna alla storia contemporanea, da Masaniello a Bissolati, da Leone XII a Benedetto Croce, da Cavallotti al fascismo, dalla storia del Mezzogiorno alla storia d’Italia, le recensioni non solo documentano l’acribia e la vis polemica dell’autore, ma offrono anche uno spaccato della produzione storiografica degli ultimi decenni.

Vittorio Cappelli