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Ercole Ongaro – Al servizio dell’uomo e della terra: Giovanni Haussmann – 2008

Ercole Ongaro
Milano, Jaca Book, 254 pp., euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2008

Con il suo saggio Il suolo d’Italia nella storia Haussmann è forse diventato lo scienziato più noto agli storici italiani. Far irrompere il suolo nella storia d’Italia costituiva una innovazione significativa, che è rimasta legata per sempre al nome di Haussmann, grazie alla originalità del suo saggio e alla fortuna dell’opera einaudiana. Non dovrebbe sorprendere, dunque, l’interesse degli storici per la sua biografia umana e intellettuale.Ercole Ongaro ricostruisce questa biografia con grande meticolosità, basandosi tanto sull’archivio personale di Haussmann che sulle carte dell’Istituto sperimentale per le culture foraggiere di Lodi, di cui Haussmann fu direttore per quasi trent’anni, dal 1948 al 1976. Il volume segue un andamento cronologico, organizzato in quattro capitoli: dopo una parte sulla famiglia e la formazione (I), si passa alle esperienze professionali, prima come sperimentatore a Torino (II), poi come direttore dell’Istituto di Lodi (II), per finire con gli anni del pensionamento e della difficile battaglia per la successione alla direzione dello stesso Istituto (IV).L’Haussmann di Ongaro è uno «scienziato umanista aperto al trascendente» (p. 57), con un originale approccio all’agronomia, capace di tenere insieme sensibilità storicosociale, ambientale e competenza tecnica; il suo «agricoltore simbionte» rimanda proprio ad una visione olistica delle relazioni tra società e suolo, rivoluzionaria tanto per le scienze naturali che per quelle sociali. È chiaro che secondo Haussmann la base di quella relazione simbiotica doveva essere in primo luogo etica (resta la curiosità sui legami ? eventuali ? con l’ecologo americano Aldo Leopold, teorico della Land Ethic).L’eticità è il perno di questa biografia. In particolare le questioni relative alla libertà della ricerca in rapporto agli sponsor privati (cosa di grandissimo peso in campi come la genetica, l’agronomia o la chimica) acquistano una rilevanza speciale e si presterebbero ad aprire più vaste riflessioni sulla ricerca applicata nell’Italia di quegli anni e sui suoi esiti ultimi. È proprio sui temi della politica della ricerca che Ongaro incrocia più generosamente la biografia di Haussmann con il contesto; in un crescendo Ongaro racconta prima le iniziali difficoltà di Haussmann nel confrontarsi con la mancanza di mezzi e personale; poi la presa di coscienza dei limiti generali del sistema della sperimentazione agraria in Italia e il suo coinvolgimento nel movimento per la riforma; fino allo scontro finale con il Ministero sulla nomina del suo successore alla direzione, osteggiato essenzialmente per motivi politici.Le relazioni tra questa biografia e il contesto credo che restino, comunque, un po’ in ombra; ovviamente non si tratta di una questione facile, perché, salvo proporre generici inquadramenti storici, cosa che a ragione Ongaro evita, la scommessa sarebbe incrociare eventi, scelte, sentimenti personali e collettivi. Qualcosa che il lettore può cercare, ma che non necessariamente, e certo non facilmente, il biografo può fornire.

Marco Armiero