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Ernesto Preziosi – Tra storia e futuro. Cento anni di Settimane sociali dei cattolici italiani – 2010

Ernesto Preziosi
Roma-Città del Vaticano, Editrice Ave-Libreria Editrice Vaticana, 215 pp., Euro

Anno di pubblicazione: 2010

Nella storiografia sul cattolicesimo italiano contemporaneo mancava una ricostruzione dell’intera vicenda delle Settimane sociali. Eppure da quella tenutasi a Pistoia nel 1907 alla XLV, svoltasi a Pisa e Pistoia nel 2007 in ricordo della prima, si sono susseguiti appuntamenti destinati a segnare profondamente, di fronte alla modernizzazione del paese, le riflessioni dei cattolici, fino all’ultimo di Reggio Calabria del 2010, di cui questo volume dà conto in tempo reale della fase preparatoria. In pagine assai convincenti l’a. individua in Giuseppe Toniolo il punto di riferimento di quella svolta di fine ‘800 che costituisce il retroterra immediato delle Settimane stesse, all’insegna di una formula volutamente diversa da quella del «Congresso cattolico» di matrice ottocentesca o dell’assemblea ecclesiale, e tanto meno dell’assise di natura sindacale o politica. Si trattava infatti di scommettere su un contributo originale del laicato, da una parte in grado di favorire nuove forme di partecipazione ma dall’altra di sostenerle con una proposta culturale e un’ipotesi formativa aperta al futuro, comprendente anche quel progetto di ateneo cattolico che il gruppo di padre Gemelli avrebbe poi realizzato. Sulla base dell’esperienza francese, da poco inaugurata, dal 1907 al 1913 si svolge la prima fase delle Settimane sociali, che a distanza ravvicinata prendono in esame i temi del lavoro, dell’agricoltura, della scuola, delle libertà civili dei cattolici in occasione del centenario costantiniano del 1913, costituendo una tappa importante nel superamento dei contrasti fra società civile e società religiosa.Una fase ulteriore è quella delle dieci Settimane svoltesi fra 1920 e 1934, in un quadro che avrebbe imposto di prescindere dalla trattazione di argomenti strettamente sociali, ma in cui si prepara il grande contributo offerto alla ricostruzione democratica dell’Italia nel secondo dopoguerra, a partire dalla Settimana di Firenze del 1945 su «Costituzione e costituente» per poi affrontare lo sviluppo agricolo e industriale, la sicurezza sociale e l’associazionismo, la famiglia e l’educazione, l’emigrazione e il lavoro, la società di massa e i nuovi mezzi di comunicazione. Si tratta di una stagione feconda ma destinata a esaurirsi con il 1970, in rapporto alla parallela crisi della Democrazia cristiana, che assume un ruolo sempre più diverso dal suo iniziale riferimento al mondo cattolico, e dell’associazionismo tradizionale. È un passaggio che l’a. esamina in modo originale, notando come esso abbia provocato una «eclissi della proposta cattolica nell’ambito pubblico, sociale e civile» (p. 113), al quale la ripresa delle Settimane nei primi anni ’90 cerca di rispondere confrontandosi con i problemi di un mondo in trasformazione, fino al «bene comune» oggetto della Settimana del centenario. Oggi come allora, la sfida per il laicato, tuttora aperta, è quella di misurarsi con le attese della società italiana.

Edoardo Bressan