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Ettore Formento – Kai Bandera. Etiopia 1936-41: una banda irregolare, Prefazione di Angelo Del Boca – 2000

Ettore Formento
Mursia, Milano

Anno di pubblicazione: 2000

La memorialistica coloniale comincia ad uscire dall’ambiguità dei ricordi edulcorati e a raccontare, pur attraverso il filtro della personalità dei protagonisti, ampi spaccati della vicenda italiana in Africa: per tali ragioni è particolarmente qualificante segnalare il presente volume – prefato da Angelo Del Boca – di Ettore Formento, che proprio in Africa orientale iniziò la carriera militare giovanissimo, per proseguirla dopo la seconda guerra mondiale sino a raggiungere il grado di Capo di Stato Maggiore delle Forze Atlantiche del Sud Europa.
Appena venticinquenne, gli viene assegnato il comando una banda irregolare di circa cinquecento uomini, la “Kai Bandera” (rossa bandiera). Era una strategia non inconsueta, per gli italiani, quella di combattere il nemico con la sua stessa tattica, la guerriglia, che puntava sull’elemento sorpresa e sulla rapidità delle azioni e dei movimenti (ma si vedano anche i casi, a questo proposito, di Angelo Bastiani e di Amedeo Guillet). Tuttavia non si tratta, qui, di soli ricordi militari. Attraverso la vita della Kai Bandera, che per due anni continuò ad impegnarsi tra gli altopiani, i deserti e la fitta boscaglia, emerge l’attenta osservazione di un militare con un ruolo di comando assoluto nonostante la giovane età, a contatto con persone, territori, paesaggi assai diversi da quelli in cui era vissuto. Nel volume, infatti, l’osservatore prevale sul militare.
Formento ricorda e scrive, e mentre fissa il passato, rivive episodi, sentimenti, emozioni, interessi senza alcuna rimozione o ambiguità. Si astiene da giudizi, sia di condanna che di assoluzione: non nasconde vicende spregevoli, come quelli del massacro di Debrà Libanòs o le razzie operate dai soldati eritrei ed etiopici sotto il suo comando, né le proprie responsabilità militari nella strategia di difesa italiana. Egli narra quindi fatti, parole, volti, atteggiamenti degli uomini e delle donne conosciuti e divenuti per lui riferimenti costanti di quegli anni, sino alla sconfitta e alla prigionia. Il tono del racconto non si fa mai sprezzante verso chi aveva di fronte; trapela, piuttosto, il giudizio di un militare, che non esita a riconoscere dignità e valore all’avversario, mentre si mostra sensibile alla fedeltà dei suoi soldati. Il 2 luglio 1941 la Kai Bandera veniva sopraffatta dalla guerriglia etiopica con l’appoggio dell’aviazione inglese. Aveva così inizio il lungo periodo della prigionia, tra Kenya, Uganda e Tanganika, conclusosi con il rimpatrio nel freddo gennaio del ’47, dopo quasi due anni dalla fine della guerra.
Fu questa la sorte di un’intera generazione (ed anche per questo si rivela importante la pubblicazione del volume), attratta dal mito dell’impero e coinvolta nel triste epilogo della disfatta e della prigionia. Un vivo bisogno di rivisitare e raccontare quegli anni e quelle esperienze è rimasto a lungo inespresso. Lo sforzo e il coraggio di Formento lo hanno interpretato con grande sincerità.

Paolo Borruso