Cerca

Federico Cereja (a cura di) – Religiosi nel Lager. Dachau e l’esperienza italiana – 1999

Federico Cereja (a cura di)
Franco Angeli, Milano

Anno di pubblicazione: 1999

È ormai un ventennio che la sezione torinese dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi di sterminio nazisti (Aned) ha dedicato larga parte della sua attività ad intrecciare storia e memoria della deportazione, in stretta collaborazione con l’Università e con gli Istituti storici della Resistenza attivi in Piemonte. Questo volume, che come come numerosi altri che l’hanno preceduto raccoglie gli atti di una giornata di studio, è dedicato ad un aspetto particolare della vicenda concentrazionaria: la deportazione nel KL di Dachau di religiosi, in una condizione a metà fra il prigioniero politico e l’ostaggio; essa viene ricostruita attraverso un mosaico di testimonianze e saggi, ad alcuni dei quali è affidato il compito di inquadrare la vicenda nel contesto. Tra questi ultimi segnaliamo i contributi di Francesco Traniello (La deportazione: una questione a lungo rimossa dalla storiografia, pp. 22-27), del curatore (L’attività dell’ANED e del Consiglio regionale del Piemonte: un bilancio di 15 anni, pp. 28-33), e di Enzo Collotti (Il ruolo di Dachau nel sistema concentrazionario nazista e l’atteggiamento delle Chiese verso il nazismo, pp. 34-55), testo che funziona da vera e propria introduzione storiografica esaminando la lunga vicenda (1933-1945) del KL di Dachau e il suo porsi come il modello delle istallazioni concentrazionarie naziste, nonché il suo ruolo nella deportazione e detenzione dei religiosi (ne ospitò almeno 2.720 – cifra accertata come tetto minimo – di cui 2.579 preti cattolici, in grande maggioranza polacchi. Seguivano 109 pastori evangelici, 22 sacerdoti greco-ortodossi, 8 vecchi-cattolici tedeschi e mariaviti polacchi, 2 mullah musulmani). Per quanto riguarda la nazionalità, i polacchi erano 1.780, i tedeschi (compresi austriaci e sudeti) 447, i francesi 156, i cecoslovacchi 109, gli olandesi 63, gli jugoslavi 50, i belgi 46, gli italiani 28, i lussemburghesi 16, più 25 di altre 10 nazionalità (pp. 43-44). La mortalità complessiva fu assai diversificata: molto alta per i polacchi (quasi il 50%), più ridotta per gli altri. Successivamente Collotti si sofferma sulla questione del rapporto tra chiese e nazismo, concludendo che “la storiografia più accreditata riconosce la presenza di cattolici e di evangelici tra i movimenti della Resistenza, non annovera le chiese tra i protagonisti della Resistenza” (p. 54). Seguono contributi più analitici, tra cui significativa la riflessione di Maurilio Guasco, Un sacerdozio per gli altri. Quale spiritualità sacerdotale?, sulle trasformazioni del ruolo del religioso in una condizione estrema (pp. 56-69), alcune rilevanti testimonianze (Angelo Dalmasso, Josez Kubicky, Zivan Betic, Raymond Demange). Il volume è chiuso da un importante contributo di Angelo Bertone (La deportazione nazista dei Bibelforscher. Testimonianza di una condizione singolare nei Lager, pp. 204-208) che ricostruisce la vicenda dei Testimoni di Geova nel Terzo Reich: allorché Hitler fu chiamato al potere in Germania ne vivevano circa 19.000; ben 10.000 conobbero il KL.

Brunello Mantelli