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Federico Romero – Storia internazionale del Novecento – 2001

Federico Romero
Roma, Carocci, pp. 126, euro 8,26

Anno di pubblicazione: 2001

Il volumetto fa parte della collana denominata ?Le Bussole?, che anche Carocci ha proposto, come altri editori, nella rincorsa a un pubblico che è ritenuto sempre più desideroso di sintesi e di strumenti agili e concentrati sui vari campi del sapere. Federico Romero, storico americanista noto per i suoi studi concentrati soprattutto attorno al periodo della guerra fredda, si cimenta nella spiegazione dei ?maggiori passaggi? della politica internazionale del Novecento, all’interno dei confini dati dalla formula editoriale. La sua scelta è stata quella di ?illustrare e spiegare i concetti, le architetture mentali e le conseguenti strategie che guidano o delimitano l’azione degli attori più importanti? (p. 8). Tutto ciò sullo sfondo di una visione ricca e articolata delle relazioni internazionali, che tende a individuare in questo modo la tensione fondamentale del Novecento: da una parte sono cresciute verticalmente le interrelazioni e interdipendenze tra popoli ed economie (frutto dell’estensione dell’industrializzazione e delle logiche comunicative della modernità); dall’altra parte, si è sviluppata una competizione tra Stati-nazione (più o meno dotati di orizzonti imperiali e giunti al vertice di una parabola di rafforzamento plurisecolare), alla ricerca di un assestamento attraverso una serie di radicali e distruttivi conflitti. In questo senso, le poco più che cento pagine del libro accompagnano il lettore attraverso una chiara illustrazione dell’implosione del tradizionale sistema europeo, fino alla lunga ?guerra dei trent’anni?, al successivo emergere di un ordine non più eurocentrico ma fondato sul bipolarismo asimmetrico Usa-Urss, per giungere alla sua successiva evoluzione con i nuovi attori internazionali post-coloniali. Un adeguato sviluppo ha quindi la spiegazione della crisi del bipolarismo e dell’avvio della globalizzazione economica, approdando a un’efficace descrizione delle tendenze del sistema negli anni finali del secolo, che dà spazio alla ristrutturata preminenza strategica statunitense, ma anche agli elementi di nuovo pluralismo sistemico, costruiti soprattutto sul terreno politico-economico. Una cronologia e una bibliografia, altrettanto sintetiche quanto ben congegnate, chiudono il libro.
Si tratta quindi di un’operazione che mostra tutta la complessità propria dei lavori di sintesi ?estrema?, ma che il sicuro controllo della materia e la notevole capacità espressiva dell’autore rendono molto interessante. Il lettore colto e minimamente avvertito viene guidato rapidamente in un suggestivo percorso di risistemazione e verifica delle proprie conoscenze, con un quadro interpretativo forte, ma non certo schematico, tanto meno ideologico. Un quadro da cui traspaiono anche gli evidenti passi avanti compiuti dalla migliore storiografia internazionalista nel raggiungere un consenso su alcuni snodi cruciali della storia del secolo. Resta da verificare invece l’utilità di strumenti di questo tipo per lo studente alle prime armi o per una vera e propria prima ?introduzione? alla materia di un lettore sprovveduto: ma questo non è certo un problema dell’autore, quanto piuttosto della formula editoriale.

Guido Formigoni