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Fernanda Mazzanti Pepe – Profilo istituzionale dello Stato italiano. Modelli stranieri e specificità nazionali nell’età liberale (1849-1922) – 2004

Fernanda Mazzanti Pepe
Roma, Carocci, pp. 376, euro 24,40

Anno di pubblicazione: 2004

?Si tratta del primo volume di un lavoro volto a delineare le peculiarità del caso italiano nel suo sviluppo storico, attraverso una lettura commentata di testi e documenti, reputati capaci nel loro insieme di dare almeno un’idea degli assetti costituzionali ed amministrativi, del loro funzionamento e della cultura in cui erano innestati?. Così l’autrice presenta il volume che raccoglie una massa ragguardevole e decisamente interessante, non solo ai fini didattici per cui è stato progettato, di testi e documenti relativi ai temi, alle scelte e ai problemi inerenti alla formazione e al funzionamento del sistema costituzionale e amministrativo italiano. È noto che tale edificazione è stata portata avanti con modalità e intenti che hanno sempre posto in primo piano l’intreccio di dottrina e contingenza storico-politica. In questo senso, dunque, va letto l’incessante riferimento del mondo politico liberale, così come della pubblicistica ?scientifica? dell’epoca, ai modelli stranieri e in particolare a quello inglese percepito come ideale, benché irraggiungibile, punto di riferimento.
La lettura dei documenti presenti nel volume, e di quelli non stampati ma raccolti in un’appendice consultabile in internet sul sito dell’editore, permette di toccare con mano il frastagliato percorso storico che ha condotto alla modificazione, non senza violenti contrasti, dei punti di riferimento essenziali della legittimazione politica dell’intero sistema. Da questo punto di vista appare molto significativa la parte dei documenti relativa ai disperati e, alla fine, inconcludenti, tentativi di riforma del Senato che si moltiplicarono tra gli anni Ottanta del XIX secolo e l’avvento del fascismo, per dare autorevolezza ad un organismo ormai incapace di essere ?rappresentativo? proprio nel momento storico in cui si poneva con forza la questione della rappresentanza degli interessi. Di tale trasformazione è, in un certo senso, testimone e protagonista allo stesso tempo, la macchina amministrativa la cui irresistibile evoluzione (negli anni Settanta Carlo Alfieri di Sostegno ancora la considerava una ?piccola azienda domestica?), sia nel suo profilo accentratore sia nell’ambito dei rapporti centro-periferia, non solo segna la definitiva consacrazione del ruolo dell’amministrazione pubblica nel processo di nazionalizzazione del paese ma caratterizza anche la profonda e irreversibile modificazione del peso e delle finalità dello Stato nella sfera pubblica.

Fulvio Cammarano