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Ferruccio Vendramini – Belluno nel Novecento. Antonio e Flavio Dalle Mule tra socialismo, azionismo e socialdemocrazia – 2007

Ferruccio Vendramini
Verona, Cierre, 388 pp, Euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume ripercorre la vicenda biografica di Antonio e Flavio Dalle Mule – padre e figlio – due figure di spicco nella Belluno del ‘900. Antonio (1882-1956), farmacista, prima socialista, dopo la lunga sospensione coatta del fascismo entra nel Partito socialdemocratico; Flavio (1912-2000), avvocato, esponente fin dal ’42 del Partito d’Azione, alla cui esperienza resterà sempre legato, poi anch’egli nelle file socialdemocratiche, aderisce infine, nella seconda metà degli anni ’70, al Partito repubblicano. Entrambi attivi protagonisti della vita amministrativa locale che vede Flavio ricoprire tra l’altro, per brevissimo tempo, la carica di sindaco.L’a., Ferruccio Vendramini, direttore per vent’anni dell’Istituto storico bellunese della Resistenza e animatore, dal 1980, della rivista «Protagonisti», è studioso della storia moderna e contemporanea di Belluno e del suo territorio.Lavoro centrato sulla realtà locale e su una lunga consuetudine di ricerca, dunque, il volume si propone anche come una riflessione di più ampio respiro sulle dinamiche della società civile italiana dell’ultimo secolo e delle sue classi dirigenti, per una migliore comprensione del nostro presente.Due, in particolare, gli aspetti che ne caratterizzano la struttura narrativa. Da un lato, appunto, la continua spola tra vicenda biografica e vicenda cittadina, e tra questa e il più vasto contesto nazionale in cui sempre è collocata e trova spiegazioni, pur nell’estremo dettaglio del racconto. Dall’altro il robusto impianto documentario che accompagna e puntella ogni affermazione, a cui viene lasciato ampio spazio sia nelle citazioni del testo che, soprattutto, nel fitto apparato delle note: una «debolezza» di cui l’a. chiede «venia» nella sua Postfazione (accanto a un elogio della «lentezza», dote preziosa per il mestiere di storico), ma sicuramente un vero serbatoio di indicazioni per chi voglia, da qui, ripartire per ulteriori ricerche.Ampia e ricca di spunti interessanti in più direzioni la gamma di questioni prospettate dall’angolo visuale dei due protagonisti, oltre all’analisi delle dinamiche interne ai partiti di cui sono esponenti. Innanzi tutto il nodo non risolto, nell’Italia repubblicana, del nesso tra centro e periferia che trova, particolarmente in Flavio Dalle Mule, una delle sue declinazioni nell’attenzione per le questioni ambientali e territoriali (dalla battaglia legislativa per la salvaguardia della montagna, schiacciata negli anni del boom tra abbandono e consumo turistico, alle discussioni sulla nascita dell’Ente Regione, fino all’immane tragedia del Vajont, nel 1963, a cui Flavio partecipa come avvocato in difesa dei superstiti). O, ancora, il nesso tra politica e professioni, che ci riporta alla domanda sulla fisionomia delle élites dirigenti locali, a partire da quelle farmacie di inizio ‘900 «veri punti di incontro e scambio di idee tra la gente» (p. 22), dove il giovane Antonio matura le idee socialiste.A completare le biografie un inserto di illustrazioni e l’appendice documentaria, con materiale tratto dall’archivio privato della famiglia.

Lidia Piccioni