Fiume città di passione

Raoul Pupo
Bari-Roma, Laterza, 328 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2018

La storiografia italiana nel suo complesso, tranne rare eccezioni, non ama confron- tarsi con tematiche incentrate sulla nazione: la genesi dei confini politici e nazionali e il loro impatto sulla storia dei popoli, i conflitti nazionali nella storia europea, le vicende delle minoranze nazionali e il loro peso nella vita politica del continente, la storia delle co- munità italiane all’estero autoctone o immigrate, ecc. Negli ultimi decenni uno dei pochi storici italiani che si è confrontato con impegno e continuità con queste problematiche, concentrando i propri studi sulle vicende dell’italianità dell’Adriatico orientale nel ’900, è Raoul Pupo. Storico raffinato e prolifico, è capace di affrontare in maniera sofisticata ed equilibrata problemi complessi e vicende drammatiche come quelle della storia giuliana del secolo scorso, evitando facili semplificazioni e rigidi ideologismi.
L’a. propone al lettore una storia della città di Fiume, l’attuale Rijeka, dalle origini fino ai giorni nostri. Il libro è scritto molto bene e si legge piacevolmente. È spiegata in maniera esemplare la complessa identità dell’italianità fiumana, prevalentemente fondata su fattori culturali e linguistici e su una civiltà cittadina che in maniera originale fondeva tradizioni italiane con influenze provenienti dai popoli dell’Europa danubiana (croati, sloveni, ungheresi, austro-tedeschi, cechi). Molto interessanti sono le pagine dedicate alla vita culturale, ai problemi della Chiesa cattolica in quell’area adriatica e al complesso tema dell’italianizzazione delle popolazioni croate e slovene negli anni fra le due guerre.
Ovviamente l’a. dedica largo spazio alla ricostruzione delle vicende della spedizio- ne dannunziana, di cui con acutezza spiega le diverse anime e l’eterogeneità politica e ideologica dei suoi protagonisti, facendo tesoro delle importanti ricerche di Renzo De Felice sull’argomento. Molto belle e riuscite sono le parti in cui Pupo ricostruisce la vita intellettuale e artistica della cosiddetta Reggenza del Carnaro e i complessi rapporti che D’Annunzio intrattenne con esponenti della sinistra italiana.
Se possiamo fare un rilievo al libro è che forse una più attenta analisi della recen- te storiografia sulla politica estera italiana negli anni 1919-1922 (pensiamo al libro di Luca Riccardi sull’autore del memoriale Barzilai, Francesco Salata, all’opera di Francesco Caccamo sull’azione italiana relativamente ai problemi dell’Europa centro-orientale alla Conferenza della pace, allo studio di Luca Micheletta sui rapporti italo-britannici 1919- 1922, al nostro volume sugli Italiani di Dalmazia 1914-1924) gli avrebbe consentito una più precisa e dettagliata ricostruzione dell’atteggiamento della diplomazia e dell’establi- shment liberali di fronte alla questione fiumana, i quali videro nella spedizione dannun- ziana soprattutto uno strumento con cui risolvere un grave problema di politica estera piuttosto che una minaccia all’ordine politico interno.
In ogni caso Fiume città di passione è un gran bel libro di storia che sarà una lettura obbligata per chi vorrà studiare e capire le complesse vicende dell’italianità dell’Adriatico orientale.

Luciano Monzali