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Francesca Consigli (a cura di) – Joyce Lussu. Il più rigoroso amore – 2002

Francesca Consigli (a cura di)
Firenze, Quaderni del Circolo Rosselli-Alinea, pp. 185, euro 11,00

Anno di pubblicazione: 2002

Uscito a distanza di quattro anni dalla morte di Joyce Lussu, questo libro si compone di una serie di interventi proposti da studiosi di diverse discipline che, attraverso l’analisi sintetica ma soggettiva della sua opera, tentano di restituire l’immagine sfaccettata di una donna che ha lasciato un importante contributo alla cultura italiana. Tanto da parte degli intervenuti che avevano conosciuto ed amato Joyce Lussu per avere con lei condiviso importanti esperienze, quanto da parte di chi, pur non avendola mai incontrata, è rimasto colpito dallo spessore nonché dalla profondità del suo messaggio, emerge come dato unificante la difficoltà di collocare la figura ed il pensiero di questa donna all’interno di schemi e modelli prestabiliti. Mantenutasi volontariamente distante dal mondo accademico, Joyce Lussu esprimeva, infatti, in modo prioritario la necessità sempre viva ed attuale di anteporre e al tempo stesso coniugare allo studio e all’introspezione il proprio impegno civile. Lezione, questa, appresa fin dall’adolescenza nei lunghi anni dell’esilio antifascista. La scelta di conferire al volume una struttura eterogenea, caratterizzata da una molteplicità di sguardi, sembra quindi essere stata guidata proprio dall’impossibilità di inquadrare rigidamente, senza falsarne il contenuto, le riflessioni, nonché le svariate attività svolte da Joyce.
La prima parte del libro contiene gli atti del Convegno promosso dal Circolo Rosselli, tenutosi a Firenze il 6 aprile 2002, dal quale il volume mutua il titolo, mentre la sezione successiva raccoglie brevi scritti che affrontano in modo distinto il rapporto, rappresentato in termini di reciprocità, di Joyce Lussu con il pensiero femminile/femminista, la scrittura poetica e politica ed i giovani. Nella breve appendice è da evidenziare infine la presenza di un interessante saggio di Tobia Cornacchioli incentrato sulla funzione che Joyce Lussu attribuiva alla storia concepita come ?storia di tutti?.
Scorrendo le pagine del volume ci si trova, di volta in volta, innanzi ai diversi contesti più o meno familiari nei quali Joyce Lussu si era mossa, dalla Francia occupata ai sentieri montuosi del Kurdistan, senza però mai eludere la realtà italiana delle reti politiche, del femminismo e delle scuole. Determinata a ribadire il proprio ?mandato sociale?, ma altresì ad invitare, come sembra mettere in luce Massimo Raffaeli, scrittori ed intellettuali a recuperarlo, Joyce instaurava un rapporto dialettico sempre complesso ma proficuo con il mondo esterno. ?Traghettatrice di poeti utili?, come la definisce Nives Fedrigotti nella sua veste di traduttrice, Joyce Lussu non pare avere mai perso il desiderio di cercare nella propria alterità quella degli altri, suggerendo, in questo, un percorso tutto ?al femminile?.
Dal volume nel suo insieme, specie dal contributo di Federica Trenti, oltre a recuperare l’intensità dell’impegno politico e civile di Joyce Lussu si può apprendere una lezione di metodo sul rigore ed il rispetto necessari al fine di delineare il percorso impervio ma coerente di chi, con tanta determinazione, ha sempre tentato di sottrarsi ad una rappresentazione appiattita e monocorde.

Sara Galli