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Francesco Giordano – Storia del sistema bancario italiano – 2007

Francesco Giordano
Prefazione di Marcello De Cecco, Roma, Donzelli, XIII-270 pp., Euro 32,00

Anno di pubblicazione: 2007

La storia della banca e della finanza in Italia vanta una produzione di elevato livello scientifico e forse proprio per questo i lavori di sintesi sono paradossalmente molto più ardui da realizzarsi. Ci ha provato Francesco Giordano, che storico non è (è responsabile dell’Area Pianificazione, strategie e studi del Gruppo UniCredit), realizzando uno studio che offre un’immagine secolare del sistema bancario italiano: dalla banca mista alla «nuova» banca universale, passando attraverso l’intervento pubblico, la faticosa trasformazione del sistema negli ultimi trent’anni, fino alle privatizzazioni e all’emergere di nuove aggregazioni in un contesto di mercato molto più aperto che in passato. Coadiuvato da uno staff di prim’ordine che mastica finanza e analisi economiche tutti i giorni, l’a. dà inevitabilmente il meglio di sé là dove gli storici si sono fermati: a partire dagli anni ’70. In effetti, la prima parte del libro, priva di sbavature, ma anche di picchi interpretativi originali, è in un certo senso «dovuta», un po’ come i capitoli iniziali di tesi che offrono invece elementi originali man mano che ci si addentra nella ricerca. Così accade con questo libro, che presenta capitoli (il quarto e il quinto) di assoluta rilevanza interpretativa, oltre che di grande efficacia sintetica. Emergono qui le conoscenze extra-fonti, i ferri del mestiere di chi è abituato ad operare in un grande gruppo bancario internazionale e che sa che deve guardarsi attorno per capire il contesto in cui verranno prese le decisioni della banca. In questa parte si rarefanno ulteriormente le fonti storiografiche e dominano le analisi di esperti della finanza e di economisti, sebbene non vengano sottovalutate le pesanti implicazioni dei condizionamenti che il mondo politico italiano ha esercitato fino ad epoche molto recenti sul sistema finanziario nazionale. Il legame tra quanto avveniva a livello internazionale e quanto il mondo bancario italiano fu costretto a fare a seguito dei processi che avvenivano fuori dai confini viene esplicitato nell’analisi dei mutamenti avvenuti negli anni ’80, ma anche nell’osservazione delle molte remore con cui si pose mano ad una riforma del sistema creditizio. Il ruolo della Banca d’Italia – da una parte frangiflutti rispetto alle invasioni di campo della politica, dall’altra rompighiaccio rispetto alle titubanze di una parte del mondo bancario stesso – emerge in tutta la sua valenza di autentica levatrice di una nuova fase della storia bancaria italiana. Il coronamento di tale processo avviene, pur tra mille titubanze e non pochi errori, durante le privatizzazioni, negli anni ’90, che vedono tra i protagonisti assoluti proprio le maggiori banche del paese. Resterà deluso chi si aspettava elementi originali da quest’ultima parte, costruita dall’a. in maniera molto istituzionale e qua e là paludata (invano si cercherà un nome di banchiere) e sorprenderà vedere Enrico Cuccia, che pure qualche cosa ha fatto nella storia del sistema bancario italiano, «sparire» da quelle vicende dopo il 1977.

Luciano Segreto