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Franco Bertolucci, Giorgio Mangini (a cura di) – Pier Carlo Masini. Impegno civile e ricerca storica tra anarchismo, socialismo e democrazia, – 2008

Franco Bertolucci, Giorgio Mangini (a cura di)
Pisa, BFSEdizioni, 272 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il volume offre un primo strumento per avvicinare la personalità politica e storiografica di uno studioso troppo poco conosciuto, Pier Carlo Masini. Toscano di Cerbaia, classe 1923, Masini è stato un tipico esponente della prima generazione di storici del movimento operaio, per i quali la politica ha rappresentato la spinta all’ampliamento degli interrogativi storiografici e l’alimento di una costante verifica dei propri risultati scientifici.Proveniente da una famiglia agiata ma non colta, Masini si laurea nel ’46 con una tesi sul sansimonismo in Toscana al «Cesare Alfieri» di Firenze, originale «scuola di contemporaneità» in cui Carlo Morandi insegna la storia dei moderni partiti politici. Nonostante questa formazione, egli non avrebbe mai svolto la professione accademica, trovando in circuiti diversi lo spazio per la propria attività di storico. Giovanissimo antifascista, dopo una breve esperienza nel Pci durante la Resistenza, già nel ’45 aveva aderito al movimento anarchico, su posizioni classiste e consiliariste.La formazione storica e politica dei militanti è in questo decennio al centro delle preoccupazioni di Masini attivista e propagandista, che si orienta allo studio del movimento politico di cui è egli stesso parte. La svolta che alla fine degli anni ’50 lo porta su posizioni riformiste, libertarie e anticomuniste, che troveranno nel Partito socialdemocratico il loro riferimento politico, non si traduce in abiure sul piano della ricerca, che continua a rimanere improntata alla ricostruzione delle posizioni eterodosse e minoritarie – anarchiche e socialiste, ma anche laiche, radicali, repubblicane, democratiche – della storia dell’Italia contemporanea.Funzionario del Provveditorato agli studi, Bergamo è la città in cui il suo lavoro ha modo di radicarsi. Merlino, Bakunin, Cafiero, Malatesta, Berneri sono solo le più note tra le personalità al centro delle sue ricerche, ospitate regolarmente da «Movimento operaio» e poi dalla «Rivista storica del socialismo», pubblicazioni attraverso le quali una nuova «scuola» si conosce e si forma reciprocamente. Fondamentale e anch’essa tipica, nel lavoro di questo storico, è la sensibilità bibliografica e archivistica, che lo porta a cercare ovunque libri rari, documenti e corrispondenze, spesso recuperandoli direttamente nelle case di militanti o eredi, come nel caso dell’importante archivio del geografo repubblicano Arcangelo Ghisleri. Nel 1969, quando esce il primo volume della sua Storia degli anarchici italiani, fonda la «Biblioteca Max Nettlau», specializzata sul periodo della Prima Internazionale, il cui patrimonio avrebbe poi coscientemente ripartito tra le molte istituzioni con cui aveva lavorato nel corso degli anni.La dettagliata cronologia bio-bibliografica che è l’ossatura di questo volume illumina tutto l’interesse di questo percorso intellettuale, senza, necessariamente, poter entrare nelle pieghe di una traiettoria che attende, anche grazie all’archivio personale depositato presso la Biblioteca «Franco Serantini» di Pisa, di essere approfondita e calata nella storia degli storici italiani del dopoguerra.

Gilda Zazzara