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Franco Busetto – Studenti universitari negli anni del Duce. Il consenso, le contraddizioni, la rottura – 2002

Franco Busetto
Presentazione di Mario Isnenghi, Padova, Il Poligrafo, pp. 320, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2002

Franco Busetto è stato partigiano nella Resistenza, fino all’arresto e l’internamento a Mauthausen, e nel dopoguerra dirigente del Pci veneto e deputato per quattro legislature. Proseguendo un percorso di recupero e rielaborazione della memoria delle proprie vicende personali, inquadrate nel contesto più ampio della storia italiana ? già concretizzatosi in tre volumi usciti negli ultimi anni ? affronta in questo libro il tema del “lungo viaggio attraverso il fascismo”, compiuto, in modi diversi e secondo differenti sensibilità ed esperienze, da numerosi esponenti della cosiddetta generazione del Littorio, la generazione dei giovani cresciuti nelle organizzazioni del regime, di cui lo stesso Busetto, universitario a Padova dal 1937, ha fatto parte. Nell’occuparsi di questo tema complesso, Busetto si fa guidare dai propri ricordi, che emergono in modo esplicito solo in alcuni passaggi, per individuare i temi da approfondire, le questioni da affrontare, le figure da ritrarre. Utilizzando la storiografia esistente ? pur non considerata nella sua esaustività ? e in parte l’analisi di alcune riviste giovanili, l’autore si occupa dei Gruppi universitari fascisti, dei Littoriali della cultura e dell’arte, della “sinistra fascista”, dell’attività clandestina dei giovani comunisti all’Università di Padova, degli universitari cattolici, della stampa fascista “per i giovani e dei giovani” (p. 121) ? soffermandosi sul “Bò” di Padova e sul “Campano” di Pisa ? e infine dei “Maestri” (p. 171), in un capitolo in cui la prospettiva personale emerge più forte. Il volume è completato da un’appendice documentaria, dove sono presentati alcuni scritti di Eugenio Curiel e di Ettore Luccini e articoli di altri autori tratti dal “Bò”, dal “Ventuno” e dal “Campano”.
La narrazione è sostenuta da una duplice prospettiva: da un lato l’autore segue il personale filo della memoria, dall’altro utilizza le ricerche e gli studi dedicati a questi temi per assumere un punto di vista distaccato e guadagnare una prospettiva più ampia sulle vicende vissute in prima persona. In questa duplice valenza stanno insieme pregi e difetti del libro. La narrazione di un protagonista di quelle esperienze, che sceglie un approccio di memoria consapevole, è senza dubbio di grande effetto, soprattutto nella descrizione, affettuosa sì, ma in primo luogo approfondita e documentata, di alcune figure, come Francesco Loperfido, Tono Zancanaro e i “maestri” Concetto Marchesi, Curiel e Luccini. La struttura complessiva del libro risente però eccessivamente della prospettiva soggettiva da cui prende avvio la ricostruzione, mostrando un andamento poco lineare e troppo incentrato sull’ambiente padovano, nonostante le aperture ad altri, già noti, casi significativi. Va ricordato, comunque, che l’intento del libro, come rivela la dedica “Ai giovani di oggi perché comprendano le ragioni dei giovani di ieri”, non è quello di fornire una ricostruzione inoppugnabile ed esaustiva delle questioni affrontate, bensì quello di contribuire a trasmettere la memoria di un’esperienza storica.

Benedetta Garzarelli