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François Gasnault – La cattedra, l’altare, la nazione. Carriere universitarie nell’Ateneo di Bologna (1803-1959) – 2001

François Gasnault
Bologna, Clueb, pp. 277, euro 23,24

Anno di pubblicazione: 2001

In una lussuosa edizione cartonata e patinata (ci si chiede perché) esce ora in forma fortemente abbreviata la sintesi della ricerca che ha portato l’autore in vari archivi italiani. Questo studio dà un solido contributo prosopografico alla storia dell’insegnamento superiore dell’età preunitaria, il periodo a tutt’oggi più scoperto eppure importante per capire come cominci la lunga trasformazione della struttura universitaria nella transizione verso il sistema di insegnamento superiore dell’età contemporanea.
Le università sono fatte di norme ma anche e soprattutto di docenti, e solo quando si sappia chi teneva le varie cattedre ci si potrà fare un’idea dell’insegnamento realmente impartito.
Il grosso del volume (pp. 73-244) che dà sostanza al quadro fornito dal saggio introduttivo, è costituito da schede prosopografiche. Queste mettono in evidenza la provenienza sociale dei docenti, gli studi, la carriera, i viaggi scientifici compiuti, la bibliografia, la partecipazione a società scientifiche, le opinioni politiche. Non sono dimenticate neppure le decorazioni (e sappiamo quanto fossero importanti per l’?irritabile genus? accademico in un secolo tanto attento alle gerarchie e alla distinzione). Sono inoltre messe in evidenza le cariche amministrative o elettive ricoperte, la situazione materiale e familiare. Infine, un campo aperto consente all’autore di lumeggiare di volta in volta aspetti speciali della biografia e dell’attività dei professori. Un dettagliato apparato di indici consente una rapida consultabilità di tutto questo materiale.
Appaiono con evidenza momenti importanti di sprovincializzazione dell’università, come la fase di notevole rinnovamento dell’età napoleonica, ma anche le reazioni violente dei bolognesi, che rimasero comunque sempre in maggioranza, anche se in proporzione via via decrescente. Costante fu il loro tentativo di rendere la vita dura ai nuovi arrivati.
Le varie fasi della vita dell’ateneo sono scandite con precisione, eppure più di una volta si ha l’impressione di trovarsi di fronte a problemi sempre capaci di riproporsi. La tensione per la copertura di nuovi posti tra l’amministrazione e i professori che forniscono richieste gonfiate e cercano di designare direttamente i successori; l’antinomia tra bolognesi ed ?esterni?; o ancora la supplenza come canale di reclutamento sommerso.
Un’ultima riflessione, a margine. ?Quasi i due terzi dei professori ha superato i 45 anni. L’età media per ogni facoltà è ancora più alta [?]. L’età del reclutamento dei professori sostituti ? scrive Gasnault ? va da 24 a 48 anni. Soltanto quattro avevano meno di 30 anni e avevano conseguito la laurea da meno di cinque anni. La categoria poteva dunque contribuire soltanto a un moderato ringiovanimento del corpo professorale? (p. 25). Leggendo le opinioni di diversi personaggi qui citati sui rischi dell’invecchiamento del corpo docente non ci si può esimere da malinconiche considerazioni sulla scarsissima presenza di giovani ? oggi ? in quello stesso ateneo, e certo non solo in quello.

Ilaria Porciani