Cerca

Frank M. Snowden – The Conquest of Malaria. Italy, 1900-1962 – 2006

Frank M. Snowden
New Haven-London, Yale University Press, VIII-296 pp., $ 40,00

Anno di pubblicazione: 2006

Frank Snowden, dell’Università di Yale, da anni contribuisce con i suoi studi alla conoscenza della storia italiana contemporanea, prima con i suoi lavori sullo squadrismo agrario e sull’avvento al potere del fascismo in Puglia (1986) e in Toscana (1989), poi su Napoli al tempo del colera, 1884-1911 (1995). Snowden ha spostato il suo originario impegno dalla storia politica alla storia sociale della medicina, campo di ricerca particolarmente debole nella storiografia italiana, a differenza di quelle francese ed anglosassone, almeno dagli Annali 7/1984 della Storia d’Italia Einaudi su Malattia e medicina. Questo studio sulla conquista (o sconfitta) della malaria, anticipato da un saggio apparso in Disastro! Disasters in Italy since 1860: Culture, Politics, Society, curato da Snowden insieme a J. Dickie e J. Foot, (2002), è un’efficace sintesi della storia sociale e medica del paese dagli anni Ottanta dell’Ottocento agli anni Cinquanta del Novecento, di quel periodo durante il quale la malaria fu considerata la «malattia nazionale italiana» per eccellenza. Il libro è di grande pregio, interesse e respiro, come deve essere una storia sociale attenta alle lente trasformazioni del paese e alla transizione da economie e tradizioni rurali a quelle urbane ed industriali. Un grande affresco che prende in esame con competenze mediche e biologiche l’impatto della malattia nelle zone acquitrinose del paese, le prime inchieste e i primi interventi statali, le ricerche di scienziati impegnati a comprendere l’origine delle periodiche epidemie che in un primo tempo si credevano dovute a miasmi prodotti da acque ferme (malaria come «paludismo»), sino all’identificazione dei diversi ceppi della malattia diffusa da zanzare (grazie alla scuola medica romana di G.B. Grassi). Di grande interesse sono le osservazioni sull’impegno di riformatori sociali, socialisti i più ed essenzialmente medici ed insegnanti, nell’estirparla diffondendo pratiche d’igiene e dosi di chinino; le resistenze dovute all’ignoranza e alle superstizioni delle popolazioni rurali, ma anche all’ostilità dei latifondisti, che vedevano nella sconfitta della malattia un riscatto dallo sfruttamento e dalla povertà. I capitoli dedicati all’epoca liberale e alla Grande guerra sono forse tra i più interessanti e densi; più conosciuto, e dalla ricerca approfondito, è invece l’intervento fascista con la bonifica «integrale ». Molti i nessi compiuti dall’autore con altri importanti temi, tra questi: con il fenomeno emigratorio transoceanico, che Snowden considera dovuto anche alla fuga dalla malaria, con la lotta delle donne lavoratrici (le mondine in particolare), con le guerre mondiali e con il relativo indebolimento fisico della popolazione. Infine, una tesi ha suscitato reazioni da parte di storici tedeschi: l’autore sostiene che la Wehrmacht nel 1944 inondò le campagne laziali con l’obiettivo non solo d’impedire l’avanzamento alleato, ma anche di realizzare un’arma biologica, deterrente e punitiva per le popolazioni locali, grazie all’aumento di acquitrini malarici.

Patrizia Dogliani