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G. Bruce Strang – On the fiery march. Mussolini prepares for war – 2003

G. Bruce Strang
Westport-London, Praeger, pp. IX-375, $ 49,95

Anno di pubblicazione: 2003

Come è evidente dal titolo, il volume prende in esame la politica estera dell’Italia dal giugno1936 fino all’inizio della Seconda Guerra mondiale nel settembre 1939. Anche se il tema è stato già ampiamente discusso in Italia da De Felice, Rochat, Quartararo, Minniti, Collotti e altri, e all’estero soprattutto nei lavori di Macgregor Knox, Strang giustifica il suo studio con la nuova documentazione resa disponibile dal restauro, presso il Ministero degli Affari esteri, delle Carte Lancelotti, rimosse dal Ministero nel settembre 1943 e fino a poco tempo fa non consultabili a causa del cattivo stato di conservazione. Le carte comprendono importanti telegrammi, appunti di interviste e memoranda personali del gabinetto Ciano per il periodo in cui il genero del duce copriva il posto di ministro degli Affari esteri, e, a detta dell’autore, forniscono ?la più comprensiva documentazione disponibile sulla politica estera italiana prima della Seconda Guerra mondiale?.
Strang dipinge un Mussolini con tre opzioni nel 1936, dopo la conquista dell’Etiopia: la prima era quella di riavvicinarsi agli inglesi e ai francesi per difendersi dalla strapotenza della Germania ? una politica che avrebbe avuto lo svantaggio di rendere molto difficile l’espansione italiana nel Mediterraneo e nel Nord Africa; la seconda era quella di giocare una parte contro l’altra, nella speranza di guadagnare concessioni da entrambe; e la terza era la scelta della Germania come alleato, il che avrebbe permesso una politica di espansione nei Balcani e in Africa, ma al costo di un quasi inevitabile scontro con la Francia e l’Inghilterra. L’autore propende per la tesi che Mussolini, anche se a momenti oscillava fra le diverse opzioni, aveva in realtà da sempre scelto la terza strada, in quanto l’espansionismo nel Mediterraneo era un obiettivo irrinunciabile per la dignità dell’Italia fascista.
Inevitabilmente Strang si scontra frontalmente con ciò che lui definisce ?la scuola di De Felice?, che abbraccia la tesi della speranza di Mussolini di poter costituire un ?peso determinante? nel confronto tra le potenze, e in particolare con Rosaria Quartararo, che ha cercato di dimostrare che l’avvicinamento di Mussolini a Hitler era la conseguenza del rifiuto degli inglesi di venire incontro alle legittime pretese del duce durante il periodo in questione, obbligando Mussolini a stringere un’alleanza contro volontà con il nazismo. Per lo storico canadese ?queste conclusioni sono incredibili? (p. 5); a suo parere, sulla base della nuova documentazione, dal 1937, Mussolini aveva già compiuto una scelta di campo: ?In nessun modo la politica italiana può essere considerata equidistante fra Londra e Berlino? (p. 105). In sostegno alla sua tesi, Strang insiste molto sulla mentalité di Mussolini e sul ruolo decisivo svolto dalle idee del socialdarwinismo nella sua politica espansionista, abbracciando così la linea degli storici intenzionalisti, che vedono nell’imperialismo aggressivo del leader del fascismo la vera chiave di lettura della politica estera italiana degli ultimi anni Trenta.

Paul Corner