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Gabriele Bergner – Aus dem Bündnis hinter den Stacheldraht. Italienische Häftlinge im KZ Dachau 1943-45. Deportation und Lebensbedingungen – 2002

Gabriele Bergner
Hamburg, Dr. Kova?, pp. 359, euro 97,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume riproduce integralmente la tesi di dottorato dell’autrice, discussa nel 2002 all’Università di Bonn; sulla base di archivi pubblici e privati (italiani, tedeschi e sloveni), di interviste e scambi epistolari con testimoni e studiosi, e di un’ampia letteratura, viene ricostruita la deportazione di circa 10.000 italiani nel campo di concentramento bavarese, modello (fu aperto il 21 marzo 1933, cinquanta giorni dopo la chiamata di Hitler al potere) della galassia concentrazionaria nazionalsocialista. Dopo due capitoli introduttivi, dedicati il primo ad una definizione del questionario di ricerca, il secondo ad una ricostruzione sintetica, fondata sulla storiografia esistente, della crisi dell’8 settembre 1943 e dei suoi esiti dal punto di vista sia dell’amministrazione tedesca, sia del costituirsi della Resistenza, sia del dispiegarsi di un ampio ventaglio repressivo da parte dell’occupante, entriamo nel cuore della trattazione attraverso l’analisi del concetto di ?deportazione?; sulla base di alcuni tra i principali contributi in proposito, Bergner ritiene la categoria utilizzabile limitandola a coloro che vennero trasferiti nella rete dei KL, e tuttavia da approfondire per quanto riguarda le motivazioni che la provocarono, a partire dalla fondamentale dicotomia tra repressione politico-economica, e volontà antiebraica di sterminio. All’analisi delle vittime sono dedicate le pagine che seguono, propedeutiche al quarto capitolo, sicuramente il più originale, in cui l’autrice dà conto della banca dati che ha faticosamente e puntigliosamente costruito. Per motivi legati alle norme sulla riservatezza vigenti nella RFT, essa non è acclusa al testo, pur essendo disponibile presso l’autrice, ma l’esposizione che ne viene fatta permette di chiarirne i criteri costituivi e di attribuire quindi il giusto valore alle elaborazioni quantitative e qualitative che ne vengono estrapolate, dal numero complessivo dei deportati (questione non meramente contabile, poiché fa i conti con le definizioni coeve di nazionalità), alle classi di età, alle articolazioni per provenienza regionale, per mestieri, per circostanze della cattura, ecc.. Seguono poi un case study dedicato all’Adriatisches Küstenland, l’analisi dei trasporti (basata in larga parte sugli studi di Italo Tibaldi), l’arrivo al campo con la ricostruzione dei rapporti tra le nazionalità, le condizioni di vita e l’impiego come manodopera schiava. Chiudono il volume l’esame dell’attività della rete clandestina di Resistenza e della sua funzione, sotto la guida di Giovanni Melodia, come organo di autogoverno della comunità italiana nelle settimane successive alla liberazione, nonché cenni sul reinserimento. E’ uno studio ricco di pregi; meriterebbe una sollecita traduzione in italiano, che forse fornirebbe a Bergner anche un’ottima occasione per riflettere sul testo eliminando qualche fastidioso richiamo al suo essere l’immediato riversamento di una tesi, e magari utilizzando ancor meglio la saggistica preesistente, in cui qualche omissione salta agli occhi.

Brunello Mantelli