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Gabriele De Rosa, Francesca Lomastro (a cura di) – La morte della terra. La grande ?carestia? in Ucraina nel 1932-33 – 2005

Gabriele De Rosa, Francesca Lomastro (a cura di)
Roma, Viella, 2004, pp. 510, euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume raccoglie gli atti di un importante convegno internazionale, organizzato a Vicenza nel 2003 dall’Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa. Nel panorama della scarsissima produzione dell’ucrainistica italiana esso costituisce una novità e un aggiornamento essenziale sul dibattito internazionale. Il tema del holodomor (da holod: carestia e mor: morte di massa) ucraino viene affrontato negli interventi dei massimi esperti mondiali secondo due linee di analisi: da una parte vengono presentati i risultati degli ultimi quindici anni di ricerche, che hanno restituito il primato alla storiografia ucraina e russa (contributi di Kondra?in, Ivnickij, ?apoval, Subtelny, ma anche Cinnella e il compianto Mauro Martini); dall’altra ci si interroga sull’interpretazione e il significato della carestia tanto per la storia sovietica quanto per quella nazionale ucraina (Graziosi, Scherbak, Simon, Graciotti, Pachlovska, Mace). Non mancano trattazioni di ambiti più specifici: vengono analizzate le reazioni alla carestia nella politica (Rybalt) e nella storiografia polacche (?aszkiewicz), il peso della questione ucraina nella politica estera italiana alla fine del primo conflitto mondiale (Guida) e durante il fascismo (Petracchi), il livello di conoscenza della carestia nella saggistica italiana dei tardi anni Trenta (Lomastro), la situazione della Chiesa ortodossa durante la carestia (Merlo). Il saggio di Stanislav Kul’?yc’kyj sulla riscoperta della carestia nell’Ucraina degli anni Ottanta aggiunge al valore storiografico quello della testimonianza personale, restituendo con parole pacate il clima di quegli anni. L’intervento finale di Federico Argentieri è stato trasformato in un ricordo di James Mace, uno dei primissimi storici a interessarsi al holodomor ucraino, scomparso a meno di un anno dal convegno.
Il pregio principale del libro consiste nel trattare il nodo centrale della storia ucraina del Novecento con una ricchezza di temi e di interpretazioni raramente riscontrabili in opere analoghe, anche straniere. I contributi degli storici russi e ucraini hanno inoltre il merito di presentare al pubblico italiano i risultati essenziali di importanti ricerche che assai difficilmente avrebbero potuto trovare un editore disponibile alla loro traduzione. Proprio per questo risultano quanto mai moleste una certa trasandatezza nell’indice (si confondono i due Mazepa, quello del ‘600 e quello del ‘900), la mancanza di uniformità nelle note, la traduzione incerta, che ignora il lessico archivistico e storiografico, e l’inclusione di contributi a cui si stenta a riconoscere un vero grado di scientificità (Pagani). In coda al volume sono stati inclusi i sommari degli interventi in inglese e in ucraino e un messaggio firmato dagli intervenuti al convegno al Parlamento italiano e alla Commissione europea per il riconoscimento del holodomor come genocidio.

Simone A. Bellezza