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Giampaolo Calchi Novati, Lia Quartapelle (a cura di) – Terzo mondo addio. La conferenza afro-asiatica di Bandung in una prospettiva storica – 2007

Giampaolo Calchi Novati, Lia Quartapelle (a cura di)
Roma, Carocci, 161 pp., Euro 16,50

Anno di pubblicazione: 2007

Terzo Mondo addio. Nel titolo di questo lavoro collettaneo, pubblicato a poco più di cinquant’anni dalla conferenza di Bandung (1955), è riassunta l’analisi del ruolo storico e politico e delle trasformazioni che hanno riguardato il Terzo Mondo, e più specificamente il mondo afro-asiatico, dopo la decolonizzazione. La riflessione si snoda affrontando diversi aspetti: dalla prospettiva storica a considerazioni sul movimento in rapporto alle trasformazioni del sistema economico politico internazionale, da riflessioni mirate ad alcuni paesi o aree a temi rilevanti quali la cooperazione internazionale.Sicuramente importante la ricostruzione storica proposta nel saggio di Samir Amin che analizza le fasi del problematico processo di sviluppo dei paesi asiatici ed africani dalla decolonizzazione alla globalizzazione. Egli conclude ricordando come anche i paesi del Sud del mondo stiano oggi cercando il loro percorso verso il liberismo, un obiettivo però per Amin «irrealistico e illusorio» (p. 17), in quanto le politiche globali rendono assai difficile realizzare politiche incentrate sullo sviluppo nazionale e sul progresso sociale. Pertanto, poiché le trasformazioni odierne mantengono forti modelli autoritari legati al capitalismo e all’imperialismo globale occorre ristabilire processi democratici che coinvolgano le popolazioni. Tuttavia lo spirito di Bandung non è replicabile in quanto il mondo globale unipolare della governance appare compatto nella gestione neoliberista che emana dal «centro». Un tema che viene ripreso da Giampaolo Calchi Novati nel suo saggio quando fa riferimento alla fine della storia come questione che produce una diversa attenzione alle trasformazioni contemporanee. Ci troviamo oggi di fronte a un neo-impero centrato su una sola potenza e in cui l’insistenza sulla governance trasforma le caratteristiche dei processi politici che avevano legittimato la decolonizzazione e quindi il ruolo del Terzo Mondo.La fase del terzomondismo è entrata nella storia, soprattutto per ciò che riguarda l’enfasi su uno sviluppo guidato dallo Stato e su una forte concezione della sovranità territoriale degli Stati-nazione. Come lo stesso Amir ricorda a conclusione del suo saggio occorre riflettere su quale nuovo spazio di cooperazione possa crearsi per affrontare le contraddizioni della globalizzazione neo-liberista. Se certamente, come il volume indica, l’esperienza storica del Terzo Mondo si è conclusa, tuttavia una prospettiva sul Terzo Mondo può fornire un correttivo ad analisi che, invece, oggi cercano di incentrarsi sulle differenze fra le culture: una questione che può offrire spunti per possibili ulteriori studi. Con una cautela: infatti i neo-terzomondisti di alcuni paesi hanno bisogno dello spettro della dominazione statunitense per denigrare alcune nozioni «occidentali», mentre gli USA hanno bisogno di «terzomondisti bellicosi» per giustificare la propria attitudine militarista.In conclusione, un testo vario nella composizione dei suoi saggi e nei temi che vengono affrontati che permette di avvicinarsi in maniera agevole e, al tempo stesso, rigorosa alle questioni storiche e politiche riguardanti il Terzo Mondo.

Mario Zamponi