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Giampietro Berti (a cura di) – Socialismo, anarchismo e sindacalismo rivoluzionario nel Veneto tra Otto e Novecento – 2004

Giampietro Berti (a cura di)
Padova, Il Poligrafo, pp. 312, euro 32,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume pubblica gli atti del convegno tenutosi a Monselice il 12 ottobre 2003. Gli studiosi intervenuti hanno cercato di ricostruire l’incubazione e lo sviluppo delle idee del movimento operaio e socialista in diversi territori del Veneto, insieme al tessuto di relazioni e di rapporti che ne hanno permesso l’affermazione. Emerge un percorso plurale, segnato dalle differenze che hanno caratterizzato le radici del movimento operaio a seconda delle tensioni ideologiche, delle congiunture storiche prese in esame e delle aree territoriali (si pensi ad esempio alle differenze di contesto tra la città di Venezia e la zona del Polesine). Il quadro, anche se non omogeneo, è nel complesso sufficiente ? secondo il curatore ? a riconsiderare quel luogo comune storiografico che vede nel Veneto una regione tradizionalmente e ostinatamente ?moderata?: ?complessivamente si tratta di un’emergenza storica che, seppure non maggioritaria, rimanda a un’immagine opposta a quella ?oleografica’ di una regione politicamente e culturalmente moderata (o, almeno, la modifica in maniera significativa)? (p. 19).
Il volume si apre con un saggio di Degl’Innocenti che inquadra il caso veneto all’interno del contesto italiano ed europeo delle origini del movimento socialista. I contributi spaziano dall’analisi di percorsi culturali (Selmin sul teatro garibaldino e socialista, Magro sulla figura di Achille Loria, Quaranta sulle origini culturali del riformismo socialista di Matteotti), all’affermazione del sindacalismo rivoluzionario (Zaghi sull’area del Polesine, Dilemmi sulla città di Verona), al rapporto tra emigrazione e socialismo (Franzina e Vendramini). I saggi trattano anche di alcune biografie nel panorama veneto tra Otto e Novecento, e di alcuni luoghi: Monselice, Venezia, Mestre, Verona, Treviso.
I numerosi contributi raccolti da Giampietro Berti arricchiscono ulteriormente il panorama delle ricerche storiografiche più recenti sulle origini locali del movimento operaio, in cui un ruolo fondamentale viene ricoperto dalla centralità del territorio, delle sue articolazioni e delle sue contraddizioni. Quanto la geografia dei luoghi e delle persone sia presente anche nell’esperienza veneta raccontata nel libro ci viene comunicato direttamente nelle strofe di una canzone riportata nel saggio di Piero Brunello, cantata a Dolo, provocatoriamente, sull’aria di Giovinezza e diventata l’inno locale degli Arditi del popolo: ?Fascisti e agrari son canaglia / Ma ben presto finiranno / Questi al Ponte della Paglia / Quei coi pazzi di Mogliano / Altrimenti sorte loro / Sarà quella della morte? (cit. p. 96). La ricchezza della dimensione territoriale viene espressa nel volume anche dall’ampiezza e dall’articolazione delle fonti consultate dagli studiosi: giornali locali, epistolari, carte di polizia, biografie, interviste, atti parlamentari, atti processuali, archivi comunali, archivi delle organizzazioni politiche e sindacali. I saggi permettono anche di orientarsi, da un punto di osservazione differente, in ambiti di ricerca che non sempre vengono messi in relazione alla storia del movimento operaio, come l’emigrazione e la storia del teatro.

Michele Colucci