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Giampietro Berti, Eugenio Capozzi, Piero Craveri (a cura di) – I liberali italiani dall’antifascismo alla Repubblica – 2010

Giampietro Berti, Eugenio Capozzi, Piero Craveri (a cura di)
vol. II, Soveria Mannelli, Rubbettino, 910 pp., € 36,00

Anno di pubblicazione: 2010

Il libro raccoglie gli atti delle giornate di studio tenutesi tra il maggio e l’ottobre 2007, a coronamento della ricerca su Movimenti e partiti di ispirazione liberale ed élites politiche: dalla crisi delle liberaldemocrazie in Europa degli anni Venti e Trenta al secondo dopoguerra. Il caso italiano.Già questo titolo illumina sull’uso estensivo e restrittivo insieme del termine liberale: i curatori nella premessa esplicitano nel richiamo al Pli, alla Democrazia del lavoro, al Partito d’Azione, al Partito repubblicano, ma anche ai monarchici e ai qualunquisti, l’articolazione della «vasta area liberal-moderata» (p. 15). Questa «carta geografica provvisoria» (p. 17) assomma quindi forze e culture riferibili alla destra, al centro e alla sinistra: conservatori, innovatori prudenti, progressisti, democratici tout court e conseguentemente le varie aree culturali, le differenti forze politiche che di liberalismo politico erano impregnate o, in qualche caso, credevano di esserlo. Un simile pluralismo non derivava solo dalle stratificazioni storiche che produsse il sistema dei partiti nel secondo dopoguerra o dall’eredità di un particolarismo evidente specie nel Mezzogiorno, ma discendeva da visioni contrastanti riguardo la natura, i caratteri, gli obiettivi della nuova democrazia in costruzione. Ne consegue che non tutta l’area liberale, intesa in questa ampia accezione, è restringibile ai moderati e la pluralità di forze che la contraddistinse stava al fondo a indicare che dal liberalismo potevano germinare differenti approdi: infatti, per semplificare, produsse John Maynard Keynes e Friedrich von Hayek.Il poderoso volume spazia su un’ampia distesa di campi, con l’ambizione di restituire l’insieme. Si ricostruisce l’opera di contrasto al fascismo di Giulio Alessio, ministro di Grazia e Giustizia del governo Facta, l’azione di Carlo Sforza, ministro degli Esteri, di Alberto Tarchiani, il giellista ambasciatore negli Stati Uniti nel decennio della ricollocazione internazionale dell’Italia dopo la dittatura, e del liberale Gaetano Martino, agli Esteri nella fase di costruzione europea dopo la sconfitta dell’ipotesi della Ced. Vengono analizzati il Partito d’Azione nel Mezzogiorno e la galassia dei movimenti di ascendenza liberale che nel Sud acquisirono i più importanti risultati nelle elezioni dell’Assemblea costituente, i tentativi di un liberale democratico, Mimì La Cavera, di mutare indirizzo alla Sicindustria negli anni ’50, le relazioni che i moderati dell’area – liberali, demolaburisti, monarchici e qualunquisti – intrattennero con la massoneria. Infine, ritratti di politici esemplari del liberalismo e poi del Partito liberale meridionale (Nitti, i nittiani, Corbino, De Caro, Cocco Ortu jr., Cassandro) e degli intellettuali meridionali delle diverse generazioni attivi nella costruzione della nuova democrazia (Croce, Alfredo Parente, De Ruggiero, Omodeo, Francesco Compagna, Rosario Romeo, Vittorio De Caprariis, Renato Giordano).Ne risulta un volume molto ricco, che presenta interessanti e talora innovativi apporti interpretativi di maturi e giovani studiosi.

Paolo Soddu